5th

Marzo

Zero di sera

Il Sol Levante si svela di sera. Fra pareti in onice retroilluminata, tavoli in ambra ed ebano e cerchi in ferro di artigiana manifattura. Accade nel cuore di Corso Magenta, allo Zero Contemporary Food, oasi giapponese pronta a lanciare una novella formula per cenare. Suddivisa in tre fasce orarie, per meglio razionalizzare il tempo e assecondare le esigenze dell'ospite. Che si può accomodare dalle 18.30 alle 20.30, sperimentando l'early dinner, con lo sconto del 20% sul conto finale (di solito sui 70 Euro): ideale prima di andare al cinema o a teatro. Optare per la cena classica à la carte, dalle 20.30 alle 23: per vivere appieno il mood del locale. Oppure tirar tardi con il late dinner, dalle 23 all'una di notte (con ingresso entro le 24). Assaporando pietanze leggere, pescate dalla food list o studiate ad hoc.

SUSHI ARS – Condito, fiammeggiato, scottato e creativamente rielaborato. Qui, il sushi non conosce confini. Percorre estrose strade e abbraccia con saggezza gli ingredienti della Terra, specialmente quelli mediterranei. Del resto, il global sense è insito nel nome stesso di Zero, “parola che si scrive in egual modo e che ha il medesimo significato in molte lingue nel mondo“, come spiega il responsabile del ristorante Giuseppe Durazzano. E così maki, nigiri e roll si vestono di inediti sapori, respirando arie aromatiche e sposando caviale e tartufo bianco; olio di semi di sesamo e aceto balsamico; senape e crema di mango; olive verdi e piccantino jalapeño; sale di Maldon e sale nero delle Hawaii. Che piove sugli edamame. Per bocconi dalle intriganti nuance. Ecco dunque il sashimi-carpaccio di tonno, foie gras e fichi o quello “007”, virtuoso di una segretissima salsa; la tartare di gamberi rossi siciliani con salsa al coriandolo; e la “Caprese”, con pomodoro, salsa di soia e tofu. Senza trascurare la serie dei “Suhi Zero”, fra i quali spiccano quello con la pregiata carne di wagyu e la versione “2”, che prevede otto nigiri con top di ventresca, salmone, ricciola e avocado, impreziositi da due tipologie di “caviale”, sferificazioni di lime e di tartufo nero. Il tutto preparato sotto gli occhi dei clienti. Che si possono sedere al banco sushi (18 posti), godendosi lo spettacolo dei sushimen all'opera. Capitanati da chef Hide Shinoara, originario della città di Akita, nel nord del Giappone. Un maestro nella sushi ars.

TIEPIDO MOOD – Ha un colore rosato, una texture budinosa e un'essenza giocosa. Capace di miscelare sapientemente scampi e prosciutto, prezzemolo e pomodoro, asparagi e castagne. È il chawan mushi, specialità della nipponica tradizione a base di uova e brodo. Presentato nella ciotola con cucchiaio in candida porcellana e messo a punto nella teca-cucina a vista. Insieme ad altre prelibatezze. Come il toban, che mutua il nome dal contenitore in ghisa in cui cuociono (quasi “al cartoccio”) pesci, verdure e angus irlandese. E come il branzino al vapore, con olio, polvere di yuzu (agrume jap) e sale, il tempura di granchio reale e il merluzzo nero dell'Alaska (black cod) marinato nel miso. In menu anche a tarda sera, quando splendono pure il variegato roll arcobaleno, scottato con olio di sesamo, e i tagliolini orientali con carote, zucchine, pancetta e uova. Per “due spaghi” di mezzanotte. E se per dessert giunge la caleidoscopica gelée di frutta mista, in tazza finiscono il sakè (caldo, freddo e ghiacciato) e il tè verde (versato a tempuratura perfetta). Mentre il bicchiere accoglie acqua Voss della Norvegia e il calice si fa scrigno per prestigiosi champagne, profumati vini bianchi e rossi di grande equilibrio. Sia italiani che francesi. E per gli amanti dei cocktail? Il Geisha, mix di sakè e crème de Cassis. Per un liquido sincretismo di Sol Levante e Occidente.

Comments are closed.