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Novembre

Umberto Callegari alla guida di Terre d’Oltrepò. L’affascinante mondo del vino italiano

Raramente un manager giovane come Umberto Callegari riesce a raggiungere posizioni apicali in imprese complesse come quelle italiane. Terre d’Oltrepò è la più grande cooperativa vitivinicola del territorio pavese: a conferma della validità della scelta operata di nominarlo CEO pochi mesi fa basta esaminare il suo profilo internazionale e la velocità con cui ha percorso i diversi step di carriera.

Aver raggiunto certi traguardi sotto i quarant’anni in alcune tra le più importanti multinazionali al mondo è letteralmente eccezionale: a maggior ragione se oltre a considerare l’ampiezza dei settori che ha gestito, guardiamo anche all’intersezione di innovazione industriale/tecnologica e strategia/capacità manageriale.
“Certo, qualcosa che ha definito la mia carriera è stata la capacità di guidare il cambiamento di ambienti complessi” ci confida “Cambiamento sia tecnologico, sia operativo, sia culturale. E di farlo con successo economico e generando utile operativo“.
Partito in Accenture puntando per primo sulla strategia digitale attraverso le piattaforme mobile e le analitiche correlate, ha saputo trovare spunti per i clienti e per la stessa azienda: quando poi è passato in Octo ha contribuito a creare la più grande community di connected driving al mondo. Infine in Microsoft ha letteralmente creato un nuovo modello operativo ed una nuova struttura di business a supporto di un fatturato di circa 9 mld di dollari all’anno.

La spinta etica e sociale

Ma ciò che più caratterizza la persona di Umberto Callegari, nato e vissuto da ragazzo a Casteggio, è la spinta etica e sociale che lo muove e che lo ha spinto ad accettare la sfida di tornare alla terra delle sue origini, alle vigne con conosce fin dall’infanzia, alle metodologie produttive che apprezza da sempre, nonostante la posizione fosse apparentemente meno prestigiosa e … vantaggiosa di quelle internazionali cui era abituato (… ha deciso di rinunciare a circa l’80% del suo reddito precedente, per amore dell’Oltrepò).

In effetti Umberto Callegari prima di accettare questo incarico occupava un altro ruolo affascinante: era uno dei responsabili dell’uso etico della tecnologia e della AI non solo in Microsoft, ma anche in collaborazione con altre importanti aziende ed associazioni, per monitorare il tema di malattie o altri possibili disturbi del comportamento, e combattere le conseguenze perverse della tecnologia sulle nuove generazioni.

L’Oltrepò

L’Oltrepò con i suoi paesaggi collinari, il clima favorevole alla coltivazione delle viti e la produzione di vini di qualità è una terra ricca di tradizione e passione per la viticoltura che risale all’epoca romana, quando i vigneti vennero introdotti in questa regione. Tuttavia, la vera crescita dell’industria vinicola ebbe luogo nel Medioevo, quando i monaci benedettini e cistercensi iniziarono a piantare vigneti nei monasteri della zona. Nel corso dei secoli, la viticoltura nell’Oltrepò si è sviluppata secondo pratiche tradizionali. Le famiglie contadine hanno tramandato le loro conoscenze di generazione in generazione, affinando le tecniche di coltivazione delle viti e di produzione del vino.

La regione è nota per la coltivazione di varietà di uve autoctone come la Barbera, la Bonarda e il Pinot Nero. Varietà che riflettono il carattere unico del terroir locale e sono utilizzate per produrre una varietà di vini, dai rossi corposi ai bianchi aromatici. Oggi, la storia del vino dell’Oltrepò continua a evolversi, con un connubio di tradizione e innovazione. Le cantine della zona accolgono visitatori desiderosi di scoprire il fascino di questa terra vinicola e assaporare i frutti del lavoro delle generazioni che l’hanno plasmata nel corso del tempo.

Le cantine di Terre d’Oltrepò. Tradizioni e storicità

Terre d’Oltrepò nasce nel 2008 con la fusione tra la Cantina Sociale Intercomunale di Broni nata nel 1960 e la Cantina di Casteggio nata nel 1907. Due storiche realtà vitivinicole che hanno fatto una scelta ben precisa, quella di guardare al futuro rimettendosi in gioco sotto il marchio unificante di Terre d’Oltrepò. Questa fusione ha originato la più importante realtà vitivinicola di tutto l’Oltrepò Pavese e dell’Italia Nord-Occidentale. 

Oggi è la più grande cantina cooperativistica della Lombardia con quasi 700 soci e quasi 4 milioni di bottiglie prodotte. Nel 2017 ha acquisito, insieme a Cavit, il marchio La Versa, brand che nel 2020 è stato interamente rilevato da Terre d’Oltrepò.  

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