Dall’Hatha al Vinyasa Yoga in Occidente sono tutti “dipendenti” da questa pratica orientale. Perché oggi è così di tendenza? Ne parliamo con Elena Bussolati, insegnante di yoga a Milano
Nell’homepage di Wanderlust, l’unico evento al mondo di triathlon di yoga, corsa e mindfullness, si legge la frase Trova il tuo vero io. Sì, perché in Occidente oggi dilaga sempre più il bisogno di ritrovare noi stessi e di stare bene. Sarà forse per i ritmi frenetici e il tipo di vita che facciamo a portarci a cercare delle risposte e dei modi per trovare il nostro equilibrio? Certo è che eventi, ritiri, corsi e workshop di yoga crescono come funghi in città come Milano.
In Italia, infatti, il numero di persone che praticano yoga si aggira intorno ai 2 milioni, e le scuole dove impararne i principi sono circa 2mila. E pensare che nel 1500 avanti Cristo, quando nacque lo yoga in India, era pensato come disciplina soltanto maschile! Oggi, invece, riguarda soprattutto le donne, ma anche gli anziani e i più piccoli. Ne parliamo con Elena Bussolati che da anni insegna a Milano, Hatha Yoga, Anusara Elements Yoga, Meditazione e Yoga Nidra originale.
Tutti pazzi per lo yoga: la parola all’insegnante Elena Bussolati
Ci puoi spiegare perché praticare yoga fa bene?
Praticare yoga con costanza significa risvegliare tutto il corpo agendo su tutti i suoi sistemi. Da quello ormonale a quello linfatico, tutto in noi ricomincia a fluire meglio. Aria, sangue ed energia riprendono il loro percorso naturale grazie agli esercizi e alla respirazione. Più semplicemente, lo yoga è capace di farci “sentire” di nuovo il corpo e riconnetterci con esso. Oggi siamo sempre presi con la testa e il mondo della mente. Lentamente, ma inesorabilmente, abbiamo perso il contatto tra il cervello e il nostro organismo. Lo yoga, invece, è una pratica che ci permette di rallentare e di ricordarci che abbiamo dei piedi, delle mani, degli arti. Insomma, piano piano ci ricordiamo di cosa siamo e chi siamo.
Non è solo una moda allora?
Credo che lo yoga abbia un grande successo nel nostro mondo, l’Occidente, perché le persone sono alla ricerca di loro stesse. La cultura edonistica ci spinge a cercare piacere e a voler ridurre sofferenza e dolore. Tecnologia, stress, aspettative e sogni ci portano a desiderare sempre di più e a raggiungere degli obiettivi, ma prima o poi bisogna fermarsi. E lo yoga ci costringe a fermarci. Per questo, molto spesso, le persone lo trovano faticoso e destabilizzante, ma una volta superato il “trauma” non ne possono più fare a meno. Perché praticare yoga aiuta a ritrovare la propria autenticità.
Quanti tipi di yoga esistono?
Ne esistono diversi. Da quelli più intesi come Ashtanga, Vinyasa e Kundalini a stili più meditativi come lo Yin e gli stili tradizionali di Hatha Yoga. Lo stile che amo di più e che insegno è Anusara Yoga che combina raffinati principi di allineamento del corpo con una ricca tradizione filosofica, perfetto per chi cerca sia la fisicità che la spiritualità. Certamente ognuno di noi ha esigenze differenti per cui prima di trovare quello giusto per noi è necessario provare scuole diverse. A mio parere, è l’insegnante che può dare la chiave di volta: praticare yoga è un percorso evolutivo fatto di crescita e di consapevolezza. Ci sono poi persone più portate per un lavoro fisico e chi, invece, per un lavoro meditativo. Ma nello yoga si dice che bisogna sfruttare la forza degli opposti. Una persona energetica dovrebbe meditare, una persona riflessiva dovrebbe lavorare di più sul corpo…
Ci sono delle “asana” per tutti?
Non credo: quello che può fare bene a me può far male a te. Ognuno di noi ha le proprie caratteristiche e non si può dire che una posizione, una asana, va bene per tutti. Possiamo dire però che esistono delle serie di movimenti, come i pawanmuktasana che ci permettono di sciogliere le articolazioni. Sono esercizi preventivi adatti a tutti, che evitano blocchi articolari e alla schiena. Pawanmuktasana significa “asana che rimuove i blocchi che impediscono il libero flusso di energia nel sistema corpo-mente”.
È difficile far capire l’importanza della respirazione?
Mi sono accorta che, a volte, mentre insegnavo il pranayama (controllo ritmico del respiro) quasi tutti facevano finta. I milanesi non respirano! Quando succede fermo tutto e ricominciamo da cose più basiche. Come immaginare di respirare allargandoci di lato e non solo in verticale. Stress e abitudini sbagliate portano il respiro ad accorciarsi. Desiderare di controllare gli eventi ci fa trattenere il fiato perché crediamo di fermare il corso degli eventi. Invece, non solo non serve a nulla, ma ci scatena l’ansia. Al contrario una respirazione lenta e profonda è un rilassante naturale, muove i fluidi del corpo, aiuta il lavoro del sistema linfatico e migliora il sistema immunitario. Ci aiuta a vivere il presente, a lasciar andare le preoccupazioni, le paure e i complessi.
Scopri anche…
Yoga: uno, nessuno e centomila
Tutti pazzi per lo yoga in città
Musica, danza, cinema, poesia e yoga in piscina: autunno caldo ai Bagni Misteriosi