16th

Aprile

Yoga: uno, nessuno e centomila

La disciplina orientale tra passato e futuro, per la cura di sé e la risoluzione dei conflitti

Una disciplina nata secoli fa in India e oggi diffusa in tutto il mondo, soprattutto in quello occidentale. È lo Yoga, filosofia seguita da sempre più persone alla ricerca di tranquillità e armonia. Da chi vuole provare i suoi effetti benefici su corpo e mente a chi desidera semplicemente ritagliare un momento da dedicare a se stesso.

Facile però rimanere confusi dalla grande varietà di correnti, soprattutto per chi è agli inizi. Oltre ai classici insegnamenti di Hatha Yoga e Ashtanga Yoga, i più diffusi e conosciuti, esiste tutta una serie di forme che sembrano (ma solo apparentemente) molto distanti dalla tradizione. Siamo stati allo Yoga Festival di Milano per incontrare alcuni dei più famosi maestri, dall’Italia e dal mondo, per capire qual è l’equilibrio tra passato e futuro della disciplina. Un equilibrio però così legato al presente.

Master classes allo yogafestival di Milano

Master classes allo yogafestival di Milano

Yogabeats. Amore e rivoluzione

Tra i partecipanti allo Yoga Festival c’è David Sye, fondatore del movimento Yogabeats. Inglese, capelli neri lunghissimi e un mosaico di tatuaggi colorati su tutto il corpo. Partendo dagli incontri che hanno segnato la sua vita, quelli con il Dalai Lama e Madre Teresa, David spiega cos’è Yogabeats, il suo progetto nato qualche anno fa in Bosnia. È con tono leggero che racconta come, senza lavoro e senza passaporto, proprio in questo Paese decide di insegnare Yoga per guadagnarsi da vivere. Con un’unica differenza: metteva musica a tutto volume, così da coprire gli atroci rumori della guerra là fuori.

Alla musica, la disciplina non deve solo il suo nome. È libera, spontanea e sperimentale come il jazz. Divertente, sexy e dallo spirito anarchico come il rock. Non conta eseguire posizioni avanzate o avere un controllo totale sul corpo e sul respiro. L’obbiettivo è molto più semplice e per questo rivoluzionario: imparare ad accettarsi e ad amarsi. “Perché se siamo in guerra con noi stessi – spiega Sye – lo siamo anche con gli altri”. Da questo fondamento nasce Yoga Beats Conflicts, un progetto che intende usare la pratica Yoga come mezzo per promuovere la pace.

David Sye, cinquantenne inglese, fondatore di Yogabeats

David Sye, cinquantenne inglese, fondatore di Yogabeats

Hot Yoga Therapy. Il calore di Calcutta

Tra le tante discipline presentate al festival, c’è anche il corso di Hot Yoga Therapy, da cui vediamo uscire i partecipanti sudatissimi e felici. Hot Yoga perchè “si pratica in stanze riscaldate a 38-40 gradi, con un’umidità elevata, che migliora la flessibilità di muscoli e articolazioni” spiega l’insegnante Boris Bazzani. Ma i benefici non finiscono qui: il calore ha un effetto terapeutico sul sistema immunitario, che lavora molto più velocemente, e sul sistema circolatorio e linfatico, perché migliora l’ossigenazione delle cellule.

La serie di posizioni, altrimenti chiamata la sequenza di asana, è studiata per stimolare e attivare i chakra e quindi le ghiandole che regolano la produzione di ormoni. Il risultato? Una gran sudata, ma a fine lezione ci si sente più energici, si eliminano le tossine e l’organismo è depurato. Una forma di Yoga troppo lontana dalla tradizione? Per nulla. Dopotutto, come sostiene Boris, è la stessa temperatura che si trova a Calcutta, in India, proprio dove tutto ebbe inizio.

Hot Yoga Therapy, per eliminare le tossine e potenziare il sistema immunitario

Hot Yoga Therapy, per eliminare le tossine e potenziare il sistema immunitario

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