Milano e la Lombardia riservano sempre grandi sorprese, per tutti coloro che hanno voglia di sorprendersi, anche nel settore dei musei particolari; uno su tutti è il Museo Mangini Bonomi, in Via dell’Ambrosiana 20, con centinaia di oggetti antichi di uso quotidiano come le sedie da parto, i cavalli da giostra, le tazze salvabaffi del Settecento, i bastoni da passeggio.
C’è chi, poi, da ex dipendente di un noto istituto bancario ha conservato vecchi modelli di macchine da scrivere, tanto da creare un museo, come quello in Via Menabrea 10, dove ce ne sono circa 200.
Per un salto fuori porta, invece, non può mancare una visita al Museo Pipe Brebbia, con 6.000 pipe di ogni tipo, fondato dal ragionier Enea Buzzi, fondatore della Pipe Brebbia, che, sin dal dopoguerra, acquistava pipe dalla concorrenza per studiare tutte le loro caratteristiche. Quando arrivò ad averne 6000, aprì il suo museo a Brebbia-Varese, dove si possono ammirare quelle degli indiani d’America, le austro ungariche in porcellana, le pipe a sigaro per i motociclisti e anche la collezione di Gianni Brera.
A Tradate, poi, c’è il Museo Fisogni, nel Guinness dei primati nel suo genere, con oltre 5.000 oggetti, tra pompe di benzina, targhe, grafiche, latte di olio, gadget dal 1892 a oggi. È stato creato da Guido Fisogni, che nel 1960 fondò un’impresa edile specializzata nelle stazioni di servizio in tutta Europa e ogni volta che ne smantellava una conservava alcuni pezzi.
Al Museo del Divino Infante a Gardone Riviera, poi, c’è la più grande collezione di statue, oltre 350 pezzi, alcune anche del Cinquecento. Fu Hiky Mayr, gentile signora alla ricerca di pentole di rame per l’hotel del marito a trovare il primo oggetto di questa collezione. A lei sembrava una bambola, in realtà era una statua di Gesù Bambino, iconografia diffusa dal Medioevo per la devozione privata e popolare.
Infine non manca l’American Southwest Museum a Cavona di Cuveglio-Varese, creato da un chirurgo milanese in continua trasferta per motivi professionali. Ha raccolto circa 300 pezzi nel sud ovest americano, come reperti archeologici, artigianato dei nativi o oggetti dei pionieri.
A Travagliato-Brescia, poi, ha aperto da poco il MUME, Museo della Musica Meccanica, grazie al lascito di Adolfo Staffoni, con più di 150 strumenti provenienti da tutto il pianeta, come i grammofoni, i carillon – alcuni con martelletti a forma di api sui campanelli – i piani melodici da suonare da soli, gli organi di cartone con decorazioni liberty e con spartiti originali.
Se volete passare una domenica stravagante fate un giro in questi musei particolari, non ve ne pentirete.
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