7th

Novembre

Mereu, l’orafo si trasforma in artista

Il suo libro preferito è sempre stato Il Piccolo principe. Certo, quella cosa che alla fine il bambino viene morso dal serpente e non c’è più non gli era mai piaciuta tanto. E restava il pensiero nella testa: «Certo, se ci fosse un finale ancora più lieto...». Fino al giorno in cui Tobia, il nipotino di sei anni cui stava leggendo per l’ennesima volta questa fiaba che arriva diritta al cuore di grandi e bambini, Tobia gli dice: «Ma nonno, non puoi far rivivere il Piccolo principe?». Detto, fatto.

A volte basta poco. Un pensiero da bambino e un nipote che ti chiede di vivere un sogno. Ecco come un orafo si trasforma in artista.


Il suo libro preferito è sempre stato Il Piccolo principe. Certo, quella cosa che alla fine il bambino viene morso dal serpente e non c’è più non gli era mai piaciuta tanto. E restava il pensiero nella testa: «Certo, se ci fosse un finale ancora più lieto…». Fino al giorno in cui Tobia, il nipotino di sei anni cui stava leggendo per l’ennesima volta questa fiaba che arriva diritta al cuore di grandi e bambini, Tobia gli dice: «Ma nonno, non puoi far rivivere il Piccolo principe?». Detto, fatto.

Angelo Mereu, un ragazzino di 74 anni che da 50 crea gioielli a Milano, si è seduto al suo banchetto di orafo e ha cominciato a riscrivere il «suo» Piccolo principe, con il finale che sarebbe piaciuto a lui.

«Certo – minimizza – io non sono un letterato e uso parole semplici. Ho solo ripensato alla storia e ho trasformato il Piccolo principe in un eroe dei nostri giorni perché abbiamo tutti bisogno di buone notizie e di lieti fine».

Il risultato sono microlibri di 3 centimetri quadrati o giù di lì. Ed è qui che viene fuori l’artista: usando un pennarellino a inchiostro di china – «Dello 0,1, quello che usano gli architetti per i loro progetti» -, ha riempito le microscopiche paginette di disegni colorati e di poche righe per pagine.

Il Piccolo principe viaggia tra i pianeti, arriva sulla Terra, cura la rosa, incontra l’aviatore e il serpente, ma alla fine non muore. La mano è ferma e non servono lenti particolari: «È il mio lavoro, quello che so fare. Vado a mano libera e ovviamente non posso sbagliare perché non si possono fare cancellature». Un libro tira l’altro ed è diventata una vera e propria passione. «Forse mi rivedo nel personaggio e le sue avventure sono un po’ anche le mie», spiega Mereu.

Ed ecco il Piccolo principe che gira a Milano, sale sui nuovi grattacieli della città, si ferma al Cenacolo, va a vedere gli aerei del Museo della Scienza e della Tecnica e poi è in posa davanti al Duomo.

Ogni libro chiede ore e ore di lavoro, impossibile quantificarle: «Diciamo che durante il lockdown questo è diventato il mio passatempo». I microlibri diventeranno una strenna natalizia del negozio «Giolina e Angelo» che Mereu gestisce da anni con la figlia: «Stiamo decidendo, io volevo solo fare un regalo al mio nipotino ed è venuto fuori tutto questo».

E, a proposito di pandemia, il Piccolo Principe poteva non occuparsi anche del virus? Ovvio che no. E anzi, sarà proprio lui a trovare il modo per scacciare il virus dalla terra e far stare bene i nonni e i bambini. Una scoperta importantissima, che al Piccolo principe è valsa addirittura il Premio Nobel.

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