20th

Gennaio

SJ Watson

Christine si sveglia tutte le mattine senza sapere dove si trova. Al suo fianco dorme un uomo che dice di essere suo marito, in casa sono appese fotografie di momenti familiari che lei non ricorda. E un dottore la chiama ogni giorno per rammentarle di annotare tutto sul suo diario. È questa l'inquietante trama di Non ti addormentare (Piemme, Euro 19,00), il romanzo d'esordio dello scrittore inglese SJ Watson (classe 1971). Un vero e proprio caso editoriale apprezzato da colleghi del calibro di Dennis Lehane (autore di Shutter Island) e da registi come Ridley Scott, che ha acquistato i diritti del libro per farne un film. Un debutto in grande stile, che Watson ci ha raccontato così.

Come è nata l'idea del romanzo?
“Nel 2008 ho letto il necrologio di tale Henry Gustav Molaison. Dal 1953, anno in cui aveva subito un delicato intervento chirurgico, l'uomo non riusciva a elaborare nuovi ricordi e viveva costantemente nel passato. Mi sono chiesto come ci si dovesse sentire nei suoi panni e ho immaginato una figura femminile che osserva il suo riflesso nello specchio di un bagno che non riconosce. Solo in quel momento la donna, che si crede ancora adolescente, capisce di essere diventata un'adulta e di essere nella sua casa. Ho pensato che attraverso la sua storia sarei riuscito a esplorare molti temi interessanti”.

Non ti addormentare è il tuo primo libro ma è subito diventato un besteller in 38 Paesi. Come spieghi questo risultato?
“Non riesco a capacitarmi! Ho cercato di scrivere una storia intensa, ma anche di affrontare temi universali come l'amore e il diventare vecchi. Probabilmente è grazie a questo che il pubblico trova il romanzo entusiasmante: ne sono davvero felice”.

I ricordi sono il tema principale di molti film, ricerche, libri. Secondo te perché stanno diventando così importanti oggi?
“Credo che la gente stia davvero capendo quanto ricordare sia fondamentale per la coscienza individuale. Se non conosciamo il nostro passato e la nostra storia, non siamo nulla”.

Con questo tipo di struttura narrativa, il rischio è quello di risultare ripetitivi, o peggio noiosi. Come hai cercato di evitarlo?
“È vero. Io ho voluto dare al libro una storia forte, con un ritmo deciso e proiettata nel futuro. Il diario che Christine scrive serve anche per dare, sia a lei che al lettore, la sensazione che nonostante l'amnesia, la vicenda si stia comunque evolvendo”.

Presto la storia diventerà un lungometraggio: quando stavi lavorando al romanzo, ti sei ispirato a un film in particolare?
“Non proprio. Mi è piaciuto molto Memento, ma non l'ho rivisto per non farmi influenzare. Non credo che la mia storia assomigli a quella di Nolan – entrambe affrontano il tema del ricordo ma in ambiti molto diversi. Molti hanno notato somiglianze con 50 volte il primo bacio, che però ho visto solo una volta terminato il romanzo. Non ti addormentare parla di una donna ormai adulta e della sua famiglia che non può più fingere che non le sia successo nulla”.

Il ruolo principale forse sarà interpretato da Kate Winslet o Cate Blanchett. Tu chi sceglieresti per dare voce e corpo a Christine?
“Non ho preferenze! Sono curioso di vedere come un'attrice di quel calibro potrebbe interpretare il personaggio, è eccitante”.

Se potessi ricordare solo un momento della tua vita, quale sarebbe?
“Ce ne sono così tanti che non sopporterei di poterne scegliere solo uno. Ma sarebbe terribile scordare come ho conosciuto la persona che amo”.

Watson ha ragione, essere costretti a selezionare tra i ricordi di una vita è impensabile. Forse è proprio per questo che la drammatica storia di Christine ci colpisce così a fondo.

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