14th

Giugno

Sursumcorda, eleganti poeti della musica

Non si ascrivono a nessun genere, ma il loro stile è inconfondibile. Provengono da mondi completamente diversi, eppure riescono a parlare una lingua comune. Sono i Sursumcorda: cinque ragazzi, o meglio, cinque poeti che hanno fatto della musica la loro linfa vitale. Una formazione dal sound sperimentale che spazia dal cantautorato al jazz passando per la classica. Dategli due chitarre, un violoncello, una batteria e delle percussioni e vi dipingeranno piccoli affreschi di vita quotidiana. Le corde dei loro strumenti sfiorano quelle del cuore e dell’anima. I milanesi li ricordano per le colonne sonore di documentari realizzati per diverse mostre: da quella del Guercino a Palazzo Reale, a quella di Carlo e Federico Borromeo o dei Ligari al Museo Diocesano. Seduti attorno al tavolino di un bar del centro, mi raccontano il loro ultimo album La porta dietro la cascata (Dasè Sound Lab), svelandomi il loro mondo incantato.

Sursumcorda, come mai un nome così aulico?
“È un termine latino che veniva utilizzato per dire “su con la vita”, un concetto positivo che si sposa bene con la nostra musica. Vogliamo che le nostre canzoni trasmettano gioia e desiderio di affrontare le difficoltà senza mai disperare. Il nome gioca inoltre con la parola corda, che richiama i nostri strumenti”.

In molti cercano di etichettarvi, come vi definireste?
“Il nostro è più che altro uno stile che abbraccia generi diversi.  La nostra forza è la flessibilità, che ci permette di portare avanti concetti e progetti eterogenei; infatti abbiamo composto numerose colonne sonore per documentari oltre alle canzoni d’autore. La pecca però è che nel competitivo mercato di oggi se non sei immediatamente decodificabile risulta difficile farti ascoltare. La nostra è una vera sfida”.

Le vostre canzoni sono un intreccio di musica e poesia, quali sensazioni volete trasmettere a coloro che vi ascoltano?
“Vogliamo creare emozioni. Cerchiamo, attraverso la musica, di esaltare i significati nascosti delle cose. Tentiamo di regalare vivide immagini che tocchino le corde del cuore, sia attraverso le canzoni testuali sia attraverso quelle strumentali”.

La Porta dietro la cascata è il vostro ultimo lavoro, un doppio album che fonde canzoni d’autore e musica strumentale…
È un concept album che tratta soprattutto i temi del viaggio e della poesia, cercando di mettere in relazione l’infinitamente piccolo con l’infinitamente grande e viceversa. Il nostro obiettivo è valorizzare le piccole cose della vita quotidiana, come una bambina che schiaccia i pinoli (titolo di uno dei brani, ndr) o un balcone fiorito. Vogliamo che sia la musica, anche priva di testo, a disegnare e trasmettere i concetti”.

Come succede in Frattali, secondo disco della raccolta. Come mai questa scelta?
Mentre stavamo registrando ci siamo resi conto che alcuni brani potevano avere vita propria a prescindere dai testi. Così abbiamo deciso di estrarli dal primo disco per inserirli in un secondo tutto strumentale che, pur dipendendo strettamente dal primo, ha una sua indipendenza, proprio come i frattali. Forse è quello che meglio rappresenta il nostro mondo, senza filtri né confini, e che dà all’ascoltatore la possibilità di interpretare la musica più liberamente”.

Che significato hanno la cascata e la porta?
La cascata è qualcosa di maestoso, unico e raro, una bellezza ineffabile che ti lascia a bocca aperta. Vogliamo spronare i nostri ascoltatori a spingersi oltre questo spettacolo, ad avere il coraggio di aprire la porta che dà nel buio per tuffarsi con fede nel vivo della vita”.

Internet è ormai una porta aperta sul mondo. Che rapporto avete voi col web?
Ci definiamo artigiani, lavoriamo più con le corde che con le tastiere; però siamo convinti della necessità di stare al passo coi tempi e con le nuove tecnologie. Infatti siamo molto attenti a sfruttare al massimo tutti i mezzi di comunicazione che internet offre per farci conoscere dal pubblico e per diffondere il virus Sursumcorda”.

Dopo due ore di chiacchiere, confidenze e risate mi sento parte del gruppo, il virus Sursumcorda mi ha davvero contagiata! Impossibile quindi rifiutare una proposta di aperitivo da parte dei ragazzi, ormai sono di famiglia.

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