E’ in atto un cambiamento epocale. Alla fine di marzo, nel corso di un convegno avvenuto nell’Aula Magna del Palazzo di Giustizia, l’Ordine degli Avvocati di Milano ha costituito la prima Commissione Diritto degli Esseri Animali italiana, un nuovo organismo volto a produrre importanti avanzamenti giuridici sotto il profilo civile, penale e internazionale. “Ci sono nuovi diritti che la giustizia deve imparare a tutelare”, ha spiegato l’avvocato Antonio La Lumia, presidente dell’Ordine, “Viviamo un momento che richiede innovazioni storiche anche nelle scelte che un’istituzione come l’Ordine degli Avvocati di Milano adotta per contribuire alla ripartenza del Paese e per favorire il cambiamento della Giustizia e delle nuove opportunità degli avvocati in questo contesto”.
Gli animali sono esseri “senzienti”? In cima alla lista degli obiettivi della Commissione c’è una nuova qualificazione giuridica dei nostri animali, in particolare di quelli da affezione, esigenza nata dopo la modifica, nel 2022, dell’Art. 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica”, cita oggi la Carta, “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni. La legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali”. Purtroppo però, è stata ancora una volta la politica a ostacolare, per ragioni che nulla hanno a che vedere con i destinatari del dettato costituzionale, cioè gli animali, il vero salto di qualità su questo tema. Durante l’iter di approvazione del nuovo Art. 9, infatti, una serie infinita di emendamenti pretestuosi non hanno permesso la vera svolta etica attesa da oltre quarant’anni nel nostro Paese, vale a dire il riconoscimento degli animali come esseri senzienti, cioè dotati di sensibilità ed emozioni come aveva statuito l’UNESCO a Parigi nel 1978 con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Animale (“Riconosce i diritti dell’animale come essere senziente in armonia con l’ambiente e le persone con cui vive”) e come ha confermato il Trattato di Lisbona del 2007.
I nostri cani e gatti sono ancora “cose”. E’ proprio così. Per il nostro Codice Civile (Art. 812), gli animali sono equiparati ai beni mobili, esattamente come un televisore o un motorino, con la grottesca conseguenza che possono diventare persino oggetto di pignoramento e conseguente vendita all’incanto. Inoltre, tra gli effetti negativi più diffusi di questa vetusta impostazione giuridica rimane la mancanza di una tabella del danno biologico. Ipotizziamo, per citare una fattispecie molto diffusa nelle grandi città, che un cane venga aggredito al parco da un altro esemplare, e che a causa dell’episodio riporti un’invalidità tale da compromettere permanentemente la qualità della sua vita (ad esempio una zoppia o un trauma psicologico non curabile). Ebbene, in casi come questi, al di là del rimborso assicurativo o privato (la RC non è obbligatoria) dei costi vivi (operazioni, visite mediche, farmaci, analisi ecc…), e dell’eventuale responsabilità dei proprietari dei cani coinvolti, nulla potrà essere preteso dall’affidatario del cane “danneggiato”. Analoghe conseguenze si possono produrre persino in caso di decesso dell’animale.
Un nuovo impulso al legislatore. Va detto anche che, da oltre un decennio, è bloccata in Senato una riforma del Codice Civile proprio in materia di diritti degli animali, dalla loro qualificazione giuridica come esseri senzienti all’affidamento in caso di separazione dei coniugi, o ancora dalle problematiche successorie (a chi spetta il cane del de cuius?) al danno esistenziale per gravi lesioni subite. Il problema è urgente, se si pensa che in Italia, una famiglia su due, vive con uno o più animali da compagnia. E sebbene qualcosa sia stato fatto, soprattutto in sede processuale, con sentenze e pronunce della Cassazione che hanno tentato di colmare parte della voragine legislativa in materia, ciò che si prefigge la nuova Commissione Diritto degli Esseri Animali di Milano è la realizzazione di un intervento organico che aiuti il legislatore a restituire agli animali e ai loro affidatari una tutela giuridicamente ed eticamente adeguata, attuale e in sintonia con gli indirizzi degli altri Paesi (democratici) della EU. Insomma, presto, anche i nostri amici a 4 zampe saranno considerati esseri viventi!
«Sono molto soddisfatto del fatto che anche in questo campo l’Ordine di Milano abbia dimostrato di essere all’avanguardia e al passo con i tempi. Dare rilevanza ai diritti degli animali è fondamentale se si vuole aprire la nostra professione al futuro. Questo tema, sono certo, avrà nei prossimi anni uno sviluppo molto importante. È davanti ai nostri occhi ogni giorno, basti vedere la crescita delle persone amiche degli animali, me compreso del resto che amo il mio Schnauzer nano come un familiare. A prescindere, però, dall’aspetto sentimentale, sono sicuro che ci sia anche un importante aspetto di carattere professionale».
Per questo dopo la rigenerazione della Commissione per l’Ambiente, che già esisteva, il nuovo Consiglio ha ritenuto fosse giusto dare spazio anche a una Commissione autonoma dedicata ai diritti degli animali con l’intento di creare di nuove competenze per l’avvocatura e quindi di aprire di nuovi spazi professionali.
«Siamo convinti che l’ambito del diritto degli animali abbia grandi potenzialità ora e nel futuro. La commissione, che ha già una sua struttura e un coordinatore, l’avvocato Ettore Traini, si occuperà principalmente di formazione, nel senso che tratterà tutte quelle tematiche che in un certo qual modo intersecano il rapporto fra uomo e animale. Quindi settori del diritto civile, penale e anche internazionale. Questo sarà il focus principale.
Alessandro Caporiccio
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