12th

Marzo

Insegne simbolo di Milano: chiusura forzata anti-Coronavirus

Rinascente, Armani, Marchesi… A partire dal 12 marzo, le insegne simbolo di Milano terranno le serrande abbassate, in ottemperanza al nuovo decreto emesso dal Governo per contenere la diffusione del Coronavirus

Insegne simbolo di Milano. Con le misure restrittive dell’ultimo Dpcm emesso dal Governo, per contenere l’emergenza epidemiologica da Covid-19 da giovedì 12 marzo tutte le attività commerciali al dettaglio subiscono la chiusura forzata. Bar, ristoranti, pub, pasticcerie, gelaterie… la serrata è totale. Restano aperte le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità, quindi supermercati, farmacie e parafarmacie (il testo completo del decreto a questo link).

La chiusura forzata ha così visto abbassare le saracinesche anche di insegne storiche di Milano. A cominciare dalla Rinascente, il mall dei milanesi. E poi bar e caffè considerati dei pezzi di storia della città, come Cucchi e Marchesi. E i principali marchi della moda. In particolare, Giorgio Armani non ha aspettato il nuovo decreto anti Covid-19 per agire. Già dal 10 marzo, infatti, le boutique, l’hotel, i bar e ristoranti a Milano del celebre marchio di moda hanno chiuso le porte. E così rimarranno fino a cessata emergenza sanitaria. Stessa sorte anche per la sede espositiva Armani Silos in zona Tortona.

È forte il legame che unisce Armani a Milano. Solo pochi giorni fa lo stilista ha, infatti, donato un milione e 250mila euro agli ospedali Luigi Sacco, San Raffaele e Istituto dei Tumori per fare fronte all’emergenza coronavirus.

La Milano ai tempi del Coronavirus offre uno scenario surreale. Difficile da accettare, soprattutto se si è abituati a vivere la città in tutta la sua speciale operosità e frenesia. Che risuona dentro e fuori i musei e luoghi dell’arte, i bar e i ristoranti, i negozi e le boutique della moda, le librerie. E nei luoghi più iconici, da piazza Duomo a CityLife. Nella certezza che presto la città si risolleverà da questo difficile momento, i milanesi si sono organizzati per occupare in modo intelligente il tempo da trascorrere a casa. Forzatamente, ma solo fino al termine dell’emergenza sanitaria.

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