Molti chef stellati puntano sul format bistrot. Innovazione e prezzi relativamente contenuti. Ecco cinque posti da provare
Si spende di meno, ma toglietevi dalla testa l’opzione low cost intesa come prezzo stracciato. In ogni caso, la sensazione è di avere (quasi) cenato in un ristorante stellato di un grande chef. D’altra parte basta una firma illustre per rendere il tutto trendy. Ecco, dunque, che molti cuochi blasonati scelgono di aprire un proprio bistrot. Una sorta di ‘seconda pelle’ meno strutturata dal punto di vista del menu, ma dove comunque la qualità di ogni piatto proposto è studiata e garantita. Spesso questo progetto sono dei veri e propri laboratori gastronomici, luoghi anche meno formali e che possano trasmettere una sensazione di relax al commensale senza mai mettere in secondo piano l’esaltazione del gusto e del sapore. perchè anche se chiamati bistrot, sono sempre luoghi che appartengono al mondo dell’alta cucina d’autore.
A Milano la bistrot-mania è scoppiata da qualche anno e piace un po’ a tutti: ai commensali che mangiano piatti cucinati dai grandi nomi della cucina senza in cambio spendere una cifra folle, così come agli stessi chef che aggiungono un secondo asset alla loro attività imprenditoriale. Si sa le stelle Michelin attirano clienti, ma non tutti i premiati, con questo riconoscimento ‘illuminante’, riescono a fare della loro attività un business davvero redditizio e non è così scontato e semplice quadrare i conti. Ricordiamoci che c’è una brigata stipendiata in cucina, un affitto della location da pagare ogni mese, un investimento sulla ricerca delle materie prime e altre voci correlate. Sommando il tutto, i costi vivi non sono irrisori. In quest’ottica, avere un’ulteriore entrata economica fa inevitabilmente comodo. Anche perché il rischio di perdere una stella Michelin non è così remoto.
Milanodabere.it scelto di elencare cinque ristoranti bistrot, legati a cuochi affermati, che possono essere dei riferimenti per chef meno famosi e desiderosi di seguire uno stesso cammino professionali:
Aimo e Nadia BistRo, Via Bandello 14
Anche il noto ristorante milanese non ha fatto eccezione e dopo alcuni anni di riflessione ha optato per la soluzione bistrot inaugurata da un paio di mesi in zona Corso Magenta. Una trentina di posti a sedere, doppio piano, con una serie di piatti che ricalcano lo stile e la filosofia del Luogo di Aimo e Nadia. E proprio da questo storico ristorante bistellato, proviene il duo di chef che detta i tempi in cucina, composto da Fabio Pisani e Alessandro Negrini autori del menu di BistRo. Piatto consigliato: Nasello con melanzane, spinaci e salsa di sedano. Prezzo medio: 50 euro con primo, secondo e dolce, vini esclusi.
Locanda Perbellini Bistrot, Via Moscova 25
Poco meno di una quarantina di posti a sedere, sparsi in un’elegante location di un centinaio di metri quadri. Giancarlo Perbellini ha voluto esordire a Milano con un suggestivo progetto che declina la sua expertise ai fornelli nella preparazione di alcune celebri ricette appartenenti alla tradizione gastronomica milanese. Il piatto consigliato: risotto mantecato allo zafferano con aggiunta di mozzarella di bufala e pepe verde. Prezzo: 40 euro con antipasto, primo e dolce, vini esclusi.
Exit, Piazza Erculea 2
Alla regia l’uruguayano Matias Perdomo, ex talent chef del Al Pont de Ferr, che dopo avere inaugurato il suo primo personale ristorante, Contraste (promosso quest’anno con la prima stella Michelin), ha bissato a inizio di quest’anno con questo ‘chiosco della gastronomia’ caratterizzandolo da una serie di piatti che lo stesso cuoco sudamericano ama definire ‘semplici’ e soprattutto frutto di una ricerca accurata della materia prima, genuina e sempre di stagione. Piatto consigliato: agnello con rucola, senape, cipolla rossa e scaglie di parmigiano. Prezzo medio: 35 euro con antipasto, primo e dolce, vino escluso.
Chic’n Quick, Via Ascanio Sforza 77
Claudio Sadler è stato uno dei primi a giocarsi la carta del bistrot, anzi della ‘trattoria moderna’ come lui stesso ha definito il locale. Un format innovativo, accogliente, mai esuberante, che proprio quest’anno festeggia i suoi primi dieci anni di vita. Piatto consigliato: filetto di bue alla brace con schiuma al dragoncello e verdurine alla carbonella. Prezzo medio: 22 euro a pranzo con menu del giorno (primo, secondo, dolce), la sera si sale a 50/60 euro, vino escluso.
Mudec Bistrot di Enrico Bartolini, Via Tortona 56
All’interno del museo milanese, lo chef più decorato d’Italia ha optato per una soluzione molto variegata che spazia tra innovazione. I prezzi non sono poi troppo distanti dagli altri ristoranti di proprietà del cuoco toscano. Dentro al Mudec, due i menu proposti: ‘Be contemporary’ e ‘Be Classic’. Piatto consigliato: animelle di vitello glassate con carciofi, spinosi, menta piperita e liquirizia (Contemporary), e risotto alle Rape Rosse e gorgonzola (Classic). Prezzi: 180 euro per il menu Contemporary (vini esclusi), 145 euro per menu Classic (vini esclusi).