21st

Ottobre

Tutti pazzi per Anna Calvi

Se qualcuno la definisce la nuova PJ Harvey e Brian Eno la considera “la cosa più bella dai tempi di Patty Smith“, un motivo ci deve pur essere. Noi lo abbiamo scoperto la sera del 20 ottobre all’Alcatraz, dove Anna Calvi, stella emergente del rock d’autore britannico, ha confermato le lodi che la stanno magnificando attraverso l’intero establishment musicale mondiale.

La struttura del palco e la formazione della band già parlano da sé: Anna, angelica e nel contempo sensuale nella sua camicetta rossa scarlatta, è illuminata da luci calde mentre nel resto del palco il batterista e la polistrumentista sembrano parte di un panorama glaciale avvolto in una nebbia metropolitana. È la metafora visiva del protagonismo strumentale di una vera artista: un tutt’uno con la sua chitarra elettrica senza effetti, nuda e tagliente come un suono che squarcia il silenzio. L’assenza del basso regala ad una voce prodigiosa la ribalta che merita ogni vibrazione di diaframma, ogni sussurro delicato, in un incanto dove ogni spunto melodico nasce, vive e si spegne dolcemente in un’unica fonte di magia. La potenza di Suzanne and I e l’intensità dell’omaggio al Bel Paese Torna a Surriento ne sono esempi vividi. Ne è convinto anche Francesco Bianconi dei Baustelle, spettatore d’eccezione, che alla fine del concerto ci confida: “mi viene da piangere, è il più bel concerto che ho visto negli ultimi cinque anni”.

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