16th

Dicembre

The Strokes

Gli Strokes scaldano i motori in vista del tour mondiale del prossimo anno, che accompagnerà il loro terzo album First Impressions of Earth.
Per l’occasione concedono all’Europa solo 6 date, per di più con numero limitato di posti. Per Milano, al Transilvania Live, solo 500. Mi sento quasi un eletto per essere riuscito a entrare, ma cerco di rimuovere questo pensiero: i cinque newyorkesi di spocchia ne hanno già abbastanza.

Già, perché a doversi considerare eletti, in realtà, sono loro, ragazzotti di buona famiglia e ottimo conto in banca. Sarà per questo che sono riusciti subito a fare il botto? Sono nel girocheconta? Può darsi, ma è anche vero che il primo album era una cannonata e il secondo la sua fotocopia, quindi diciamo una cannonata a salve. Ora li aspettavano tutti al varco e in questo lavoro pare ci sia finalmente qualcosa di nuovo.

L’inizio del concerto, a dire la verità, non è entusiasmante. Gli Strokes eseguono tre nuove canzoni, ma senza bruciarsi gli assi migliori. Il pubblico, a cavallo tra teen ed ex-teen, attende fiducioso. Poi arrivano alcuni pezzi forti dei precedenti lavori: reazione immediata. Bene, è il momento di sparare alto ed ecco le hit del nuovo album. Ci sono almeno 3 brani pronti a spaccare: uno le classifiche (Juicebox, il primo singolo, uscito il 5 dicembre), uno i cuori e uno quello che resta. Juicebox in particolare va subito a segno, mescolando botte di hard rock a distensioni pop a cori da stadio. La ricerca di mix sonori e di variazioni ritmiche sembra essere una delle caratteristiche dei nuovi brani della band. Spesso le canzoni sembrano contenerne tre insieme, senza per questo allontanarle dal sound denso e impastato che l’ha resa famosa.

Il concerto dura meno di un’ora e mezza, esattamente quanto mi aspettavo. Non esco stravolto, ma neanche deluso. Alla fine gli Strokes sono carini, ricchi, perbene, stilosi, probabilmente un po’ superficiali, ma sono anche bravi. Non riveleranno al mondo nulla di importante, ma sanno come farlo ballare su un rock sbiascicato e indolente. Guarda caso come vuole la moda del momento.

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