13th

Febbraio

Storia d’inverno e di misteri

Da tempo non vedevamo sul grande schermo Colin Farrell, che fa il suo ritorno da protagonista nel film Storia d'inverno. Tratta dall'omonimo, poderoso romanzo di Mark Helprin, la pellicola “Non è una storia vera, è una storia d’amore“, come recita il claim promozionale. Certamente è una storia fantastica, in cui Bene e Male si fronteggiano, ed è anche il racconto del riscatto di un orfano, il nostro Colin, appunto. Ma andiamo per gradi.

MISTERO A … – New York, 1895. Una coppia di immigrati abbandona il figlio nelle acque davanti a Ellis Island: negato l'accesso in America per via della tubercolosi, vogliono un futuro diverso per quel bambino. Lo ritroviamo ormai adulto nel 1916: si chiama Peter Lake, di lavoro fa il ladro, ma in fondo è un bravo ragazzo. È impegnato a sfuggire alle ire del suo maestro, il temibile Pearly Soames (Russel Crowe), criminale dal cuore nero e dall'anima decisamente perduta, che si è visto voltare le spalle dal suo pupillo. A soccorrere Peter arriva un aiuto celeste, incarnato in un bianco cavallo che lo condurrà a incontrare Beverly (Jessica Brown Findlay), una giovane bella, ricca, tanto gentile quanto cagionevole. È un amore miracoloso quello che nasce tra i due, destinato a vivere nel tempo.

TEA FOR TWO – Senza scendere troppo nei dettagli di una trama intricata, chiudiamo dicendo che ritroveremo Peter nella New York dei nostri giorni, ancora dannatamente in cerca del suo amore, ancora braccato da Soames. Egli è infatti un demone, tutto concentrato a far saltare l'equilibrio universale tra buoni e cattivi. Amore, riscatto, fuga, mistero, soprannaturale: grandi temi che non per forza fanno un grande film. È il caso di Storia d’inverno, girato dallo sceneggiatore Akiva Goldsman (A beautiful mind), che si perde negli infiniti spunti della trama senza riuscire ad approfondirne uno. Colin Farrell (con un'acconciatura fastidiosamente improbabile), Russel Crowe, ma anche Will Smith e Jennifer Connelly fanno un cast talentuoso ma sprecato. Degna di nota la scena in cui Peter e Beverly bevono il tè, ironica e tenera. Tutto il resto è noia. In sala dal 13 febbraio

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