Nella via omonima proprio dietro Piazza San Fedele, c’è Casa degli Omenoni, il cui nome deriva dagli otto “omenoni”, (grandi uomini) scolpiti sulla facciata da Antonio Abondio.
Fu Leone Leoni, scultore imperiale al servizio di Carlo V d’Asburgo e Filippo II di Spagna, nominato scultore della Zecca di Milano nel 1542, ad acquistare la proprietà nel 1549 e nel 1565 avviò la costruzione dell’attuale palazzo, facendone la sua abitazione e quella del figlio, anch’esso scultore.
Entrambi mercanti d’arte e celebri collezionisti, realizzarono una eclettica e celebre collezione di opere realizzate da quelli che erano al tempo i maggiori artisti così come di oggetti appartenenti all’arte antica. Ne facevano parte, ad esempio, opere realizzate da Correggio e da Tiziano, calchi in gesso di statue classiche, così come la collezione dei disegni di Leonardo da Vinci.
Due piani, un attico, di epoca posteriore, al piano terreno vede preponderanti gli otto colossali telamoni in pietra, che probabilmente rappresentano barbari sconfitti, ispirati alla Roma classica. Se si osserva con attenzione, si potrà notare che, sopra le loro teste, vengono ad essere indicare a quali stirpi essi appartengono, ovvero: Marcomanno, Sarmata, Parto, Adiabene, Quado e Svevo.
Visivamente, poi, si potrà esaminare come ad essi vengano ad essere affiancate due finestre che mostrano il timpano spezzato e, ad arco, altre due finestre. Queste ultime vennero aperte dove precedentemente si trovavano delle nicchie. Al piano nobile colonne si alternano a nicchie e finestre cui nell’Ottocento furono aggiunti i balconcini. Nella zona centrale del fregio un rilievo allude al casato dei proprietari in particolare al loro carattere aggressivo.
Nell’interno, restaurato dal Portaluppi nel 1929, c’è un bel cortile a pianta rettangolare.
Casa degli Omenoni, termine che deriva dal dialetto milanese significante “grandi uomini”, oltre che essere stata la dimora di Leone Leoni, fu, anche, alla fine del secolo XIX, sede della celebre casa musicale Ricordi e dal 1924 sede di Clubino, ovvero di un circolo esclusivo per gentiluomini, aperto nel 1901, ritrovo per la borghesia e aristocrazia illuminata di Milano e dintorni, alle origini c’erano proprietari terrieri, avvocati, medici, ingegneri, industriali del tessile appassionati di impresa e sport, eleganti ed esigenti gentiluomini membri delle famiglie più influenti tra cui Turati, Pirelli, Sforza, Agnelli, Moratti e Tronchetti Provera.
Di Lorenzo Tiezzi
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