L’assessore Gallera ha annunciato l’intenzione di avviare l’allestimento di un ospedale all’interno dei capannoni di Fiera Milano. Il progetto accoglierà 500 pazienti per la terapia intensiva, che saranno distribuiti in 20 ‘blocchi’
Un nuovo ospedale pronto in soli 6 giorni. L’emergenza non concede tempo e, sul modello Wuhan, Milano risponde contro la massiccia e pericolosa diffusione del Coronavirus annunciando l’intenzione di utilizzare 20 capannoni dell’attuale Fiera Milano, strutturandoli in maniera tale da potere accogliere circa 500 posti letti per accogliere ricoveri con reparti di terapia intensiva. Una decisione oramai resa necessaria per potere accogliere il crescente numero di pazienti.
Nella sola Milano ieri sono stati conteggiati 1146 casi di persone affette da Covid19, 221 in più rispetto al numero registrato il giorno primo. Lo scorso 3 marzo, gli affetti da Coronavirus in città erano 37.
A dare l’annuncio è stato Giulio Gallera, assessore alla sanità lombarda, che in un’intervista rilasciata ieri a La 7, ha spiegato le finalità di questo progetto: “Abbiamo bisogno di respiratori, di personale medico. Attendiamo da un momento all’altro l’ok da parte della Protezione Civile. Nel momento in cui otterremo il via libera, nello spazio di al massimo sei giorni porteremo a compimento il progetto“. Nel primo pomeriggio di oggi però sembra che la stessa Protezione Civile non possa garantire i macchinari (respiratori) e il personale medico. La replica immediata del presidente della Regione Lombardia non si è fatta attendere: ”Tenteremo di farcela con le nostre forze, cercando di recepire le attrezzature sul mercato internazionale”, ha dichiarato infatti Attilio Fontana.
L’esempio di Wuhan: un pluriospedale costruito in soli 10 giorni
Nell’attesa di saperne di più, la creazione dell’ospedale nell’area storica di quella che era un tempo la Fiera Campionaria è un’idea che nasce dall’esperienza di Wuhan, il luogo ritenuto focolaio iniziale del Coronavirus.
I numeri spaventosi dei pazienti ricoverati in questa città cinese avevano mandato rapidamente in tilt il sistema sanitario locale e, di conseguenza, indotto le autorità a realizzare in tempi record (10 giorni di lavoro massacrante) una struttura sanitaria modulare. Non uno ma più spazi, in tutto 14, che complessivamente hanno accolto nei primi giorni del contagio circa 12 mila persone malate. A oggi e alla luce del calo vistosi dei malati, ne sono rimaste operative solamente tre che ospitano attualmente poco meno di un centinaio di pazienti. Una sfida vinta quella di Wuhan. La stessa che Milano si appresta a compiere sperando di centrare lo stesso risultato.
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