Regalare pizza ai dipendenti degli ospedali duramente impegnati alla gestione del coronavirus. Questa l’idea del pizzaiolo Arbellini che, intanto, lancia un appello ai milanesi: uscite di casa e aiutate la ristorazione a risollevarsi
In una Milano ancora oggi avvolta dalla paura del coronavirus, il giovane pizzaiolo Nanni Arbellini, tra i proprietari di alcune insegne note in città (Pizzium, Locanda Carmelina, Gelsomina e la futura Crocca che aprirà i battenti a metà marzo), ha deciso di contribuire a modo suo a sollevare l’umore e saziare l’appetito di tutti quegli assistenti sanitari impegnati giorno e notte nei vari pronto soccorso e ospedali milanesi (e non solo). La sua idea prevede la distribuzione di pizza a tutto lo staff sanitario. Gratis. Lo abbiamo intervistato per sapere qualcosa di più.
Nanni, ci racconti come nasce la tua idea di fornire agli ospedali pizza gratis?
Tutto parte da un mio stato d’animo: stiamo tutti vivendo dei giorni davvero infernali. Un calvario cominciato sabato scorso. Da quando il Coronavirus è arrivato in Italia ho inizio a leggere alcuni articoli e mi sono imbattuto nelle dichiarazioni della virologa Maria Rita Gismondo (leggi qui la nostra intervista), che ha descritto una situazione lavorativa dei medici, assistenti sanitari e in generale tutti quelli che lavorano in un ospedale, con termini molto pesanti, evidenziando il loro profondo stato di stress.
Da quel momento quindi?
Ho deciso di dare il mio piccolo contributo e, da martedì scorso, ho postato un messaggio sul mio profilo Facebook in cui invitavo tutte gli enti ospedalieri a contattarmi se desideravano ricevere gratuitamente delle pizze.
Nel post hai anche precisato la necessità di avere volontari disponibili a venire a ritirare le pizze. Qual è stata la reazione a questo tuo appello?
Succede che si presentano i dipendenti stessi degli ospedali o, in alcuni casi, alcuni loro parenti che hanno ricevuto la delega certificata. Per esempio, ieri sera è venuto il marito di una dottoressa dell’Ospedale Sacco che ha caricato sulla sua vettura tutti i cartoni con le pizze.
Quante ne hai sfornate per gli ospedali?
Non so, ho perso il conto, anche perché preparo in base al numero di richieste. Posso dire che il primo giorno erano circa 150.
Ma la tua iniziativa riguarda solo Milano?
Inizialmente è partita con questa intenzione, poi però si è allargata. Mi ha chiamato il responsabile del punto vendita Pizzium a Gallarate dicendomi che l’ospedale locale chiedeva se fosse possibile ricevere delle pizze. Ovviamente non ho esitato un secondo a dire di sì.
Il coronavirus sta creando grossi problemi anche ai ristoratori…
Purtroppo la situazione che stiamo vivendo è molto grave. Per fare un esempio, il fatturato di Pizzium in questi giorni è dimezzato. Sogni di svegliarmi domani mattina e sentirmi dire che quest’incubo è finito.
Fino a quando andrai avanti con la pizza gratis per gli ospedali?
Fino a quando capirò che questi luoghi ne hanno bisogno. Che vuol dire: fino a quando tornerà la normalità.
Da mercoledì l’ordinanza del Comune ha dato il via libera alla riapertura di tutti i locali e ristoranti anche di sera. Si riparte?
È questa è stata una bella scelta. Ora però c’è da convincere i milanesi a uscire nuovamente di casa perché la grossa paura li sta ancora tenendo chiusi in casa.