Viaggio nella Puglia rurale che non ti aspetti. A tu per tu con la natura delle Murge, tra focacce blues, arte e genuinità
È un misto di ammirazione, fascinazione, stupore e consapevolezza. Forte come il richiamo delle radici, magica come il volo di un falco sulle colline, attraente come la terra che si perde all’orizzonte. La sensazione che si prova viaggiando per la Puglia di mezzo, quella che va da Bari a Taranto, passando per Brindisi, è totalizzante.
Natura, storia, arte e gastronomia si fondono in un’unica dimensione. Qui, i volti degli artigiani si fanno interpreti di una tradizione rurale, viva e ancestrale. Qui, da spettatori si diventa parte integrante di una campagna verde, calda e mediterranea.
Qui, nel bel mezzo delle Murge, un pittore post-impressionista pare aver dipinto il paesaggio con pennellate decise e veraci. E tra pascoli e oliveti, vigneti e frutteti, affiorano rocce che celano in segreto un tesoro fatto di sentieri acquiferi sotterranei.
Se la focaccia mangia l’hamburger
La meraviglia è la stessa che si prova quando si ascolta la storia della focacceria che con la sua concorrenza nel 2001 portò alla chiusura di un colosso multinazionale degli hamburger. Un episodio, raccontato nel film Focaccia Blues, realmente accaduto in quel di Altamura. Cittadina immersa nel Parco Nazionale dell’Alta Murgia, dove viene prodotto l’unico pane DOP d’Europa.
Un pane di lievito madre che profuma di grano e di campi, di forno a legna e di genuinità: ottenuto dal rimacinato di semola di grano duro, ricavato dalle varietà appulo, arcangelo, duilio e simeto prodotte esclusivamente nel territorio di Altamura, Gravina, Poggiorsini, Spinazzola e Minervino.
Ecco allora forme alte, basse o a cappello di prete, identificate dal bollino dop, capaci di conservare la fragranza per giorni. L’antico forno a legna dei fratelli Di Gesù è un punto di riferimento per la produzione di questa tipicità dalla scorza compatta e dal cuore tenero.
Ma ad Altamura c’è anche lo zampino di Federico II di Svevia, sovrano illuminato il cui nome riecheggia nell’aria come una leggenda. A lui si deve la costruzione della suggestiva e candida cattedrale con i matronei, uno dei pochi edifici sacri voluti nel corso del suo regno.
Il viaggio in Puglia prosegue ritmato dai sapori della tradizione riletti con brio in luoghi come Il Postaccio, tra pettole e paccheri fritti, flan di cicoriette selvatiche e purea di fave. Per un’esperienza a tu per tu con la natura, la Masseria Chinunno offre una vista spettacolare sull’intero altopiano. Qui, le caprette ti fanno ciao e il verde dei campi incontra l’azzurro del cielo, mentre si assaggiano treccine di mozzarella freschissime, lampascioni fritti, verdure grigliate e le immancabili focacce fatte in casa.
Tutti i colori del sud-est barese
Una grande falda acquifera nel sottosuolo, un florido territorio che regala chicche targate Slow Food e un nucleo storico dove passeggiare sul far del tramonto, quando le suggestioni della blue hour avvolgono di fascino chiesette e pozzi sorgivi. È una vera sorpresa Acquaviva delle Fonti, città celebre per la cipolla rossa e per il cece nero: piatta e violacea la prima, piccolo e corvino il secondo.
Entrambi Presìdi, sono protagonisti della gastronomia locale, erede di un antico sapere che oggi trova nuova espressione. Se infatti il dolce tubero è l’ingrediente principale di confetture, conserve e marmellate firmate da maestri pasticceri locali come Eustachio Sapone, il legume autoctono, ricchissimo di ferro, fa capolino in piatti gustosi dal piglio moderno, proposti dal ristorante che lo omaggia nel nome, Cece Nero.
In cerca di scorci pittoreschi, perfetti per foto-cartoline da postare sui Social? Il consiglio è di fermarsi a Casamassima, il “paese azzurro”, dove le sfumature celesti delle abitazioni si fondono al candore del centro storico. E dove l’antica arte dei cartapestai prende forma in creazioni artigianali che vanno ben oltre i carri del carnevale.
Per apprendere tutti i segreti dell’arte casearia, invece, la masseria didattica Le Monache è il luogo perfetto. Si assiste in diretta alla preparazione della mozzarella con latte, caglio e siero-innesto: una vera bontà lavorata a mano, che regala attimi di gioia al palato.
E mentre scorrono lungo il tragitto antiche varietà di frutta locale come la ciliegia ferroviera e pregiati vitigni, si approda a Noicattaro. Qui, la bianca facciata in pietra calcarea della cattedrale, in stile romanico pugliese, si staglia fiera nell’intensità di un cielo blu, terso e cristallino.
La magia della Valle d’Itria e “Il mare” di terra
Sembra di scorgerlo davvero all’orizzonte quel mare lungo e lento che bagna la costa pugliese. L’Adriatico è lontano, ma a Locorotondo, uno dei Borghi più Belli d’Italia, da sempre chiamano “lungomare” la panoramica Via Nardelli. Una strada che regala visioni mozzafiato sulla Valle d’Itria, verde piana costellata di trulli, ulivi e antiche masserie.
La cittadella dalla caratteristica pianta circolare si mostra in tutto il suo charme. Linda e bianca, con le sue tipiche “cummerse”: abitazioni con tetti spioventi realizzati in lastre di pietra calcarea. Un’oasi di pace dove apprezzare le tipicità in ristoranti come La Taverna del Duca o in vivaci lounge bar come Docks 101.