Ricette marine ‘da tutto il mondo’, materia prima proveniente da pesca sostenibile e arredi eco friendly caratterizzano Good Blue, locale a impatto zero
Il termine fast food non disturba affatto i sei soci tutti trentenni che hanno creato Good Blue, anzi lo rivendicano, aggiungendo anche l’elemento ‘healthy’ al loro progetto. Perché il loro ristorante, appena inaugurato in Via Volta 10, è a impatto zero e rispettoso delle tecniche di pesca sostenibile, indice questo di garantita qualità. Good Blue, il buon blu del mare, è dunque un healthy fast food creato dai sei giovani imprenditori, quasi tutti trentenni o poco più, che, oltre ad essere accomunati dai valori legati alla sostenibilità, amano viaggiare in giro per il mondo. E proprio da queste esperienze itineranti, ognuno di loro (vale a dire Marco Sala, Massimiliano Rossi, Andrea Bassi, Gianluca Ottolina, Maia Moratti e Mattia Lucchetta) ha scoperto ricette di pesce che ha poi proposto per realizzare la base del menu del locale di Via Volta. Il pesce è quindi protagonista assoluto e si condisce con ingredienti di diversa provenienza, dall’Italia al Messico e al Sud Est asiatico, dalle Hawaii fino ai Caraibi e alle Maldive. Il linguaggio del menu parla quindi un gergo gastronomico internazionale. Wraps, aguachilles, tacos and bowls: il menu del vocabolario sfoggia questi termini, per gli esperti parole note, per tutti gli altri una possibile lieta scoperta.
I sei soci hanno proposto le ricette che poi, nel concreto, sono state elaborate da Gianluca Clerici, cresciuto professionalmente nella cucina del ristorante pluristellato ‘Da Vittorio’ e oggi trasferitosi nel ristorante ‘Aigua’ di Formentera.
Da Good Blue, quindi, proposte etniche ed etiche quindi. Partiamo dal secondo aspetto: il pesce è sostenibile perché pescato secondo criteri di salvaguardia del mare e della specie marina, evitando metodi invasivi. Elemento ‘green’ anche sul fronte del design: il riciclabile è tratto distintivo sia del materiale di servizio (bicchieri, posate e piatti, contenitori), sia degli arredi stessi della location. La plastica non è ammessa. Ultimo aspetto sociale: il ristorante assicura che una parte del suo ricavato viene devoluto a un’associazione espressamente impegnata sul fronte della protezione e conservazione del fondale marino.
Torniamo all’anima viaggiatrice delle ricette. Il pesce come dicevamo è arricchito da ingredienti multi etnici. L’aguachilles di stampo messicano (di solito a base di gamberi), da Good Blue è preparato anche in altre varianti decisamente ricche di sapore e tra queste non passa inosservata la preparazione con il branzino amalgamato a cilantro, lime, zenzero, jalapenos e mais, mentre la versione con la ricciola si sposa con barbabietola, tobiko nero, limone e agretti (conosciuti anche come le barbe di frate). Interessante e ricca di gusto anche la sezione di bowls, le ‘ciotole’ di cibo di ispirazione asiatica, diventata un super trend del food, soprattutto negli Stati Uniti. Nel fast food di Via Volta vengono, quindi, proposte in sei diverse maniere, tutte realizzate in un ‘melange’ di tradizioni culinarie che si amalgamo tra loro, come dimostra la portata Rosso e Tonno con riso rosso e tonno che si uniscono con lenticchie, olive taggiasche, pomodorini, songino, semi di lino e seaweed.
In termini di spesa, Good Blue offre un buon rapporto qualità prezzo e con circa una quindicina di euro si ordina un piatto e un dessert finale che il locale propone in forma tradizionale (tiramisù e cheese cake, tanto per intenderci) e in forma ‘etnica’ con gelati tutti da scoprire che abbracciano ingredienti di mondi parecchio distanti dall’Italia.
Aperto il primo fast food, ne seguiranno altri? Domanda lecita che abbiamo posto a Marco Sala, uno dei titolari che ci ha risposto così: ‘’Inutile nasconderci: il nostro obiettivo è quello di espanderci e riuscire anche a breve ad aprire un secondo punto vendita. Ovvio che tutto dipende da questa prima esperienza, con la speranza di appassionare i clienti al nostro modello di ristorante e di offerta’’.