Massimo Moratti è noto da anni al grande pubblico per la vita dedicata alla squadra di calcio dell’Inter, sulle orme del padre Angelo, mitico presidente dagli anni ’50 in poi, e della madre Erminia, anch’essa grande tifosa della squadra. Siamo ai tempi dei mitici Helenio Herrera e Luisito Suarez, per intenderci.
Entrato a sua volta alla guida della squadra nel 1995, Massimo le trasferisce il suo entusiasmo e già nel 1998 riesce a vincere la Coppa UEFA. Ma il momento di massima gloria arriva dal 2004 al 2008 con Roberto Mancini che conquista tre Scudetti, due Coppe Italia e due Supercoppe italiane e prosegue con Josè Mourinho con altri due Scudetti, una Coppa Italia, una Supercoppa italiana ma soprattutto, nel 2010, la Champions League e … il triplete.
Fino a qui la leggenda, la passione per il calcio e le vittorie. Una storia finita nel 2016. Ma chi è Massimo Moratti oggi, nella vita professionale di tutti i giorni? Il 31esimo uomo più ricco d’Italia, secondo Forbes, è da sempre un imprenditore nel settore del petrolio, anche qui sulle orme dell’intuizione visionaria del padre Angelo e grazie allo sviluppo raggiunto sotto la gestione del fratello Gian Marco, con cui Massimo ha collaborato per anni con grande competenza.
Ora l’azienda di famiglia, la Saras, quotata in Borsa, da sessant’anni operativa nel settore della raffinazione del petrolio, è passata anche all’energia elettrica, con lo sviluppo della Sarlux, società con sede a Cagliari.
“Era un creativo” confidava Massimo Moratti a Peter Gomez durante un’intervista, a proposito del padre Angelo, scomparso quarant’anni fa. “Era costantemente preso da quello che stava facendo, non parlava mai di soldi”. Questa è la filosofia che Massimo ha ereditato dal padre e che continua ad applicare in tutti gli aspetti della sua vita.
Sempre sensibile, come tutti i membri della famiglia Moratti, alle iniziative di carattere sociale, anche Massimo si è impegnato in numerose attività a sostegno dei più deboli, spesso insieme alla moglie Milly, nota esponente del mondo politico milanese. Pochi mesi fa, ad esempio, ha rinunciato al proprio stipendio maturato nel 2021 (1,5 milioni di euro) per destinarlo a iniziative da intraprendere a beneficio dei dipendenti del Gruppo Saras in cassa integrazione.
di Paolo Brambilla
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