In una giornata piovosa mi dirigo negli uffici milanesi della Warner Music per una semplice, ma professionale chiaccherata con Rino De Maria, giovane artista che la casa discografica sta lanciando in questi giorni. Iniziamo subito – decisi – con una domanda ovvia quanto doverosa.
Come ti definisci o come definisci il tuo stile?
Mi piace definirmi un cantautore popolare italiano, ho ascoltato ed ascolto di tutto, ma le mie radici, che indubbiamente hanno forgiato il mio stile, sono nella musica italiana degli anni sessanta e settanta, con artistici come Lucio Battisti ed Equipe 84, ma anche nel pop rock inglese.
I testi, sono frutto di esperienze vissute?
Sono indubbiamente tutti tratti da vita vissuta, alcuni autobiografic, altri tratti da esperienze di amici o conoscenti. In ogni caso parto prima con la melodia e poi, a seconda della giornata e dell’ispirazione, ci adatto le parole.
Ora hai raggiunto una prima tappa importante con la Warner Music, ma per arrivare a questo che cosa hai dovuto sacrificare?
Beh, sono fuoricorso all’università. A parte gli scherzi, i primi tre anni di Bocconi andavano bene, avevo una buona media. Poi ho fatto un provino chitarra e voce per Luca Rustici, e la musica ha preso il sopravvento. Ho lavorato con Luca due anni prima di essere “pronto” e riuscire finalmente a realizzare l’album.
Quanto conta la fortuna nel tuo successo?
Molto perchè ho saltato, se così si può dire, la gavetta che molti sono costretti a fare per anni, ma ciò non significa che sia necessaria solo quella. Io la musica l’ho sempre amata e coltivata, poi certamente essere a Milano mi ha dato una grande mano.
Ai molti giovani che amano la musica e aspirano a diventare qualcuno cosa consigli?
Se hai un talento devi coltivarlo, non nasci già capace; bisogna lavorare su se stessi e sulle proprie capacità, senza accontentarsi mai. Io cerco di fare così, di scrivere sempre, ogni giorno, è un esercizio che mi aiuta a crescere e ad affinarmi.
Ho saputo che tuo fratello Marco suonava con te ai tempi del liceo, in band un po’ improvvisate. Ha cambiato strada oppure continua a suonare? Come ti vede oggi?
È molto contento per me, lui ora suona il basso in un gruppo tutto suo di indie – british – rock ed è rimasto a Napoli, ma spesso viene a Milano a trovarmi.
È prematuro parlarne ma ci sono già in programma concerti o esibizioni live, collaborazioni con altri cantanti, insomma qualche news?
Finora di collaborazioni e concerti non se ne parla, anche perchè il singolo Rilassati un po’ è in vendita su iTunes dal 30 maggio. Posso anticiparti che abbiamo già girato il video a Verona con la regia di Gaetano Morbioli.
Cosa ci puoi dire dell’album?
Sta per essere ultimato e si intitolerà “Sangue e cuore”, sarà composto da dodici brani e l’uscita nei negozi è prevista a settembre. Per chi lo dovesse acquistare online ci saranno in regalo dei contenuti speciali, come versioni acustiche di alcuni brani. Comunque per qualsiasi news e per contattarmi sarà attivo a giorni il mio space: www.myspace.com/rinodemaria.
Ultima curiosità e poi ci salutiamo, come mai Rino De Maria?
Beh, per scaramanzia. Volevo cambiare il mio vero nome, Gennaro Peluso, ma, secondo Totò, cambiare nome porta male, lui diceva di utilizzare piuttosto il diminutivo e dunque eccomi qua. Il diminutivo di Gennaro è Rino, mentre Maria ha più significati, uno dei quali è molto importante per me, è il nome di mia mamma.
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