16th

Marzo

Attilio Corsini

Dente avvelenato


Perché accendi la televisione e la prima vosa che vedi un tg nazionale sono le previsioni del tempo. Di teatro se ne parla sempre di meno . E’ un problema della cultura in generale che tutti noi paghiamo. E noi che facciamo questo mestiere lo paghiamo.


Il teatro è sempre più isolato, sembra essere diventato un monologo continuo di fronte ad un pubblico distratto. Far parte di fenomenologia di massa non è possibile perché è un mestiere che si basa sul rituale. Occore tornare ad essere in movimento. Io credo diventare come le grandi catene di distribuzione non ha senso. Dobbiamo essere piuttosto come il piccolo ristorante sottocasa dove o si prenota il tavolo o si rimane fuori.


Il teatro non è mai appartenuto al nostro vivere quotidiano. Non sen e può più di determinati ragionamenti. Magari per attirare stampa e pubblico sei costretto a mettere  un certo nome in cartellone e rinunciare ad un bravo attore, poco conosciuto, ma che è padrone del suo mestiere. Il reality- show sta invadendo tutto.


Era l’epoca della ricerca, noi ci battevamo per andre fuori tempo e fuori moda. Noi siamo nati negli anni in cui si combatteva contro lo star-system delle grandi compagnie. Allora, avevamo un motivo contro cui combattere. Oggi mi sembra davvero tutto piatto. Si tratta di ricostruire.


Veniamo smepre meno a Milano perché lavoriamo sempre al delle Vittorie che è il nosto punto di riferimento. Torniamo al teatro San Babila con entusiamo e stima che nutriamo nei confronti della gestione di questo teatro milanese.


Un rapporto che si è sviluppato cinque anni fa con trittico che abbiamo fatto, che includeva un testo di Allen. Abbiamo scelto Woody Allen  perché è uno degli autori contempotanei brilante-comico che ha degli umori e delle tensioni che riecno in maniera graffiante a raccontare il male e il sisafgio contemporaneo.  



 

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