Sirenetta golosa, Copenhagen è molto ambiziosa. Entro il 2025 mira a divenire la prima capitale al mondo a emissioni zero
Intanto? Copenhagen propone cibo a chilometro zero, ingredienti biologici e birra CO2 neutral. Da assaggiare qua e là per la città, pedalando in bicicletta e seguendo il filo del buono, eco e sostenibile. Anche nel prezzo.
Natural nord
È lì, lungo il canale. Tra le coloratissime casette che punteggiano Nyhavn. E ci si può fermare, per una cenetta con sguardo dondolante sulle barche. È il ristorante Cap Horn (al civico 21): dentro, legno e tonalità verde scuro; fuori, tavolini ad accarezzare l’acqua.
Cosa assaggiare? Per iniziare, morbido pane nero di segale spalmato di soffice burro giallo. Poi, rosato salmone leggermente marinato in succo di limone, accompagnato da crema di formaggio affumicato, fresca insalatina, uova di salmone e aneto. Tutto rigorosamente bio. Incluso il dessert finale: gelato home made, pure nel curioso gusto al rabarbaro. Nell’ex area dei “macelli”, a Vesterbro, si cambia prospettiva da BioMio (Halmtorvet 19): cucina a vista e show cooking degli chef.
Così, fra profumini appetitosi e arredi eco, si stuzzicano fragranti patate danesi con delicata salsina all’aglio, speziate pietanze fusion, verdure a go go, birre e succhi bio. E per sentirsi un po’ figli dei fiori? Basta passeggiare per la comune Christiania, facendo tappa in un localino very hippy & bio: Morgenstedet.
Da non perdere, la zuppa vegetariana del giorno (come quella con zucca hokkaido e spinaci), versata in tazza e corredata da nutriente pane integrale. Infine, una chicca: l’hot dog biologico. Lo prepara Døp – den økologiske pølsemand (sorta di baracchino mobile), posizionato sotto la Torre Rotonda (la Rundetårn, non lontano dallo Strøget). Un panino sano e gustoso, offerto in versione bovina e suina. Ottimo con top di cipolle e Organic Cola al fianco.
Smushi & Smørrebrød
Sono i classici (e tipici) sandwich aperti danesi. Ma da Aamann’s (Øster Farimagsgade 10), gli smørrebrød sono speciali. A metterli a punto è la giovane chef Lena Lee Jorgensen, utilizzando prodotti naturali e di stagione, spesso provenienti da piccole fattorie dei dintorni.
Della serie, il pane è fatto in casa (completamente coperto dalla farcitura oppure no, secondo moderna concezione) e pollo, pesce, formaggi e ortaggi sono cucinati con tocco raffinato. Da ordinare? Quello con asparagi, uovo, bacon e maionese casalinga; quello con roast-beef, rafano e salsa remoulade; e quello con aringhe (di Hanstholm e Islanda), rabarbaro, cipolle e patate croccanti. E se gli smørrebrød sposassero il sushi? Nascerebbero gli smushi, “sincretico fine food che riassume il sapore danese, la bellezza giapponese e il piacere di un mini boccone“, dice Lo Østergaard (titolare, insieme a Rud Christiansen) del The Royal Cafe (Amagertorv 6, lungo lo Strøget), dove gli smushi sono stati creati.
Eccoli allora, piccini e deliziosi, presentati su porcellana Royal Copenhagen in un danish bistrot dai tavoli in marmo, dalle sedute blu diaspro e dalle contemporanee grottesche alle pareti. Uno spazio sui generis, con grazioso giardinetto-cortiletto esterno, ideale per il domenicale brunch servito à la table: una giocosa giostra dolce-salata, coronata da frittelle-lollipop a forma di cuore.
Eco birra
Nel pacifico quartiere Østerbro (Ryesgade 3), Nørrebro Bryghus è molto più che un micro-birrificio: è un punto di riferimento per i cultori della birra e della cucina gourmet. Mattoni e vetro a dialogare su due piani rossi e gialli e la prima birra CO2 neutrale da sorseggiare. “Nella produzione, cerchiamo di abbassare i consumi di acqua, gas ed elettricità“, dichiara il restaurant manager Rune, “al fine di ridurre l’impatto sull’ambiente“. Una filosofia buona e giusta. Come la birra artigianale, che si tuffa persino nel pane e nelle ricette. Il menu perfetto? Zuppa di ortica alla Doppel Bock con pesce affumicato e uovo poché, affiancata dalla Globe Ale (fine e fruttata); e pollo in due maniere (arrostito e confit) con asparagi, marmellata di rabarbaro e patate danesi al prezzemolo, abbinato alla Ravnsborg Rød (ambrata e dalle note aromatiche).
Concludendo con poker di fragole (fresche, cotte, in salsa e in sorbetto) con friabile pasta di mandorle, sublimato dalla Furesø Framboise, rosata figlia di Cerere, impreziosita da polpa di lamponi.
Cooking Copenhagen
E per testare il Noma, recentemente eletto il miglior ristorante del Globo? Meglio attendere il Copenhagen Cooking Festival, dal 20 al 29 agosto, quando anche gli stellati Michelin offrono piatti golosi a prezzi speciali. Un’occasione per scoprire la nuova cucina nordica, camminar mangiando lungo Nørrebrogade, andare al mercato per buongustai “eat10” e persino salire sul traghetto del Crayfish Party, che da Nyhavn conduce a Malmö. A ritmo di degustazione di gamberi.