Abbiamo incontrato i Double Clash, ovvero Frankie P e Ciuffo, due dei dj italiani più stimati. Vanno oltre il concetto di back2back, oltre il concetto di un disco a testa: questo e molto altro è questo progetto, il format che vede protagonisti nelle migliori console questi due artisti.
Nato al Des Alpes di Madonna di Campiglio, il progetto Double Clash significa musica house, energia, spettacolo e locali super-glam. Il loro è un cocktail esplosivo e vincente nel quale si miscelano passione e conoscenza musicale, buon gusto e grande interazione con il pubblico che da anni segue le serate di questi due artisti. La loro prima produzione ufficiale è stata “Sonido”, una “hit” nei dance floor. Double Clash, oltre che essere itinerante nei migliori club italiani, ha una sua residenza estiva da oltre dieci anni nei locali della Riviera Romagnola… E i nuovi dischi si susseguono.
Come è nato il vostro nuovo singolo, “Talking with Myself”, pubblicato da UMM, la label rilanciata da Gianfranco Bortolotti con l’aiuto di Gianluca Motta?
“Il brano nasce sulla spiaggia di Riccione durante un aperitivo in riva al mare, ascoltando l’originale di Electribe 101. Il pezzo usci nel lontano 1988, in vinile, su etichetta Manifesto”.
Con chi avete collaborato per realizzare questo brano? E che sound ha?
“Abbiamo collaborato con il produttore Davide Ruberto nel suo studio di Riccione, che ci ha dato una grossa mano Non amiamo “inscatolare” una nostra produzione, la nostra guida è la house!”.
Com’è collaborare con UMM e cos’è UMM per voi?
“UMM per noi è una delle più storiche label Italiane e tra le prime label a pubblicare musica House, nutriamo quindi un grande rispetto per il suo glorioso passato e abbiamo una forte convinzione che continuerà a farsi sentire nel mercato Italiano ed estero ancora per molto tempo! Uno staff di ragazzi fantastici, esperti e pieni di voglia di fare. In altre parole, avanti tutta!”.
Cosa state facendo di bello a livello musicale in questo periodo?
“Stiamo producendo molto in studio in questi ultimi due mesi prima del periodo caldo in cui andremo a testare alcune nostre demo direttamente nei dancefloor. Purtroppo oggi i club non sono proprio un terreno fertile per nuove sperimentazioni, passioni e trasgressioni… Ma non tutto è perduto. Ci sono, soprattutto all’estero, piccoli club in cui i giovani riscoprono quella antica condivisione di musica e ballo lasciando quella trappola culturale della condivisione social”.