“Milano è la mia storia, la mia musica ne sarà sempre contaminata“. Abbiamo incontrato Yosef, in radio con Cadillac, il suo ultimo singolo, di ritorno dal suo viaggio in Tunisia per un progetto speciale, lì dove riaffiorano le origini e i ricordi da bambino
Yousef Ismael Ararji Pellerito, per tutti Yosef, nasce a Milano nel 1993, cresce a Bollate e si è formato “A pane e Stevie Wonder“. Cadillac, il suo nuovo singolo, si trova in radio e su tutte le piattaforme digitali per Artist First / ediz. Warner Chappell Music Italiana (leggi qui).
Sangue sia italiano, sia tunisino, come il padre. L’anima di Yosef, invece, è piena di mille destinazioni. Milano e i suoi club, Roma e i suoi tetti, dove si esibisce in piena pandemia. L’Inghilterra e X Factor UK (dopo l’esperienza a The Voice of Italy), Los Angeles oppure, ancora, Sidi Bou Said. “Sono tornato da meno di un mese da un viaggio in Tunisia – racconta Yosef in esclusiva a noi di Milanodabere, i primi a vedere le immagini del viaggio. – Erano sei anni che non tornavo a far visita alla mia Terra. L’occasione è nata grazie ad una partnership con l’Ente del Turismo Tunisino con il quale abbiamo costruito un progetto che presto vedrà la luce.
Il viaggio in Tunisia mi ha aiutato a riscoprire le mie radici, non dimenticando ovviamente l’importanza che ha per me la mia città, Milano. In queste giornate magiche ho avuto modo di pensare e scrivere nuovi brani che troverete nel mio prossimo Ep di inediti. Cosa porto con me di questa terra magica? Le estati passate con mia nonna, il cous cous latte e zucchero e i giochi con i miei cugini. Ricordi che inevitabilmente confluiscono tutt’ora con la mia musica“.
Tutto bellissimo però, Yosef, prima di cominciare, una domanda fondamentale. Il tatuaggio di Topolino sul tuo braccio. Io sono un fan sfegatato di Mickey, perché questa scelta? Approvata in pieno.
Mickey Mouse è l’unico cartone animato non giapponese che ho amato tanto. Pensa che da bimbo a Carnevale mi sono travestito tante volte da lui! La scelta di tatuarmelo sulla pelle rappresenta la mia personalità un po’ stravagante.
Ho cercato di unire al mio sound l’RNB e nella scrittura di trovare immagini che potessero raccontarmi così come sono, senza nessun filtro. Milano è la mia storia e inevitabilmente la mia musica ne sarà sempre contaminata.
Si fa un gran parlare, in questo periodo, di progetti creativi nati in lockdown, soprattutto relativi all’arte e alla musica. È anche il tuo caso?
Il mio primo singolo Tevere è stato scritto e rilasciato proprio durante il lockdown e porta la firma di un grande producer come Michele Canova. Ho la fortuna di poter vivere due vite e, grazie a Tevere, (nonostante il lockdown) sono riuscito a viaggiare con la mente.
Lockdown in cui, tra l’altro, ti sei esibito con un tour molto particolare…
Insieme al mio team sono riuscito a organizzare un tour nelle terrazze d’Italia proprio per l’esigenza di voler suonare dal vivo. Ogni terrazza mi ha dato sensazioni e viste diverse. Ricordo la prima data con tanta emozione proprio perché è stato il mio primo impatto con il mondo esterno.
L’esperienza in TV che, nel tuo caso, da The Voice a X Factor, non è solo qui in Italia. C’è chi ripudia lo strumento televisivo, perché distante anni luce da un percorso musicale, c’è chi, invece, lo ritiene fondamentale per farsi notare, anche nel mercato discografico. Tu da che parte stai?
Penso che ognuno di noi abbia delle fermate da fare. Delle lezioni da imparare e da portare con sé nel proprio bagaglio. Per quanto mi riguarda rifarei tutto perché quello che sono oggi lo devo al mio passato.
Quale futuro ti aspetta dal punto di vista musicale? Nuovi progetti?
In questo periodo sto lavorando in studio di registrazione per completare il mio Ep di inediti. Intanto non vedo l’ora di poter farvi ascoltare il mio nuovo singolo in arrivo molto presto.
E per la musica tutta, in questo periodo così complesso, quale futuro vedi?
Sinceramente non ti so dare un pronostico, però posso dirti che in questo momento di crisi ne stiamo soffrendo tutti. Mi auguro che questa emergenza possa finire al più presto per poter tornare quanto prima ad essere liberi ed abbracciarci.
Milano: il tuo luogo del cuore?
Penso che il mio luogo del cuore sia Corso Buenos Aires: lungo il corso ho tanti ricordi e ogni volta che passo di lì è come se stessi rivivendo frame della mia vita…fa bene.
Come vedi la nostra città in questo ultimo periodo? Si è ferita?
Sì… non solo la nostra città si è ferita ma anche tutte le persone che la abitano ahimè. Milano è forte e sono sicuro che vincerà anche questa battaglia.