6th

Dicembre

Nanni Moretti

“ho inserito alcune scene che sono state tagliate, per esempio in aprile avevo


girato una scena con carlo mazzacurati che urla da un terrazzo imitando gli


strilli degli uccelli che funestavano il quartiere. spesso ho fatto recitare nei


miei film altri registi e anche critici cinematografici, come tatti sanguinetti


in Sogni d’oro. Anche Piera Detassis ha recitato per me in un corto che non ho


mai mostrato al pubblico, si intitolava Treno.”


A proposito di scene, nei tuoi film spesso ce ne sono di bizzarre, che possono


sembrare anche un po’ estemporanee…
“Qualche volta mi capita di pensare, non necessariamente durante la fase di


scrittura di un film, a un soggetto o ad una scena particolare. Dopo, quando sto


scrivendo una sceneggiatura, cerco di inserire nel film quell’immagine, quella


scena che mi è venuta in mente. Forse non è un metodo molto professionale, ma io


lavoro anche così. Un’altra cosa che mi piace fare è mettere qualcosa della mia


vita nelle pellicole che giro: le lunghe telefonate (io adoro parlare al


telefono), l’insofferenza, i pranzi di famiglia, la scuola…”


E’ soddisfatto dell’uscita dei suoi film in DVD?
“Il mio rapporto con il dvd come oggetto è migliore di quello con la


videocassetta, anche perchè la cassetta è proprio un oggetto brutto. Mi è


piaciuto lavorare  agli extra, ripensare dopo tanti anni al lavoro che ho fatto.


Ci puoi raccontare se e come è cambiato il Suo modo di lavorare?
“Da principio scrivevo i miei film da solo, mi piaceva la solitudine dello


scrivere, poi ho scoperto che lavorare con altri poteva essere più stimolante. Ma


anche dopo questo cambiamento ci sono stati dei film che richiedevano un mio


lavoro esclusivo, senza “interferenze” di altri. E poi in passato prediligevo


dare attenzione al cosiddetto linguaggio cinematografico, al come raccontare una


storia. Poi ho imparato a dare importanza all’intreccio, alla storia in sè.”


Lei arriva dall’esperienza del Torino Film Festival, di cui era direttore. Come ha selezionato i film in concorso?
“Non sono uno di quei direttori che sa dire: “Guarda la tendenza del cinema contemporaneo è così e così”. Ho selezionato film diversi per produzione: a basso budget, ma anche produzioni più costose. E poi c’erano 12 film girati su pellicola e 3 in digitale, film americani, francesi, nessun italiano era in concorso. Tra l’altro due bei film, La ragazza del Lago e Non pensarci sono andati ad altri Festival…”


Lei dà l’idea di essere una persona maniacale e ansiosa, che ripercussioni ha questo sul suo lavoro?
“Semplicemente mi piace il lavoro che faccio e dunque cerco di farlo con precisione. E’ vero che la mattina mi sveglio (stanco tra l’altro) e mi chiedo se farò in tempo a fare tutto quello che devo.La risposta arriva 12 ore dopo ed è sempre un no. Tra l’altro, quando ancora non avevo la mia casa di produzione riuscivo sempre a rispettare budget e consegne. Da quando mi autoproduco sforo sempre tempi e costi.


 

Comments are closed.