Paradiso, gestito da un italiano, è il miglior Cocktail Bar al Mondo per World 50 Best Bars… ce lo segnala il nostro Michele Piagno, Barman molecolare che ci regala chicche e news in ambito bar, Bartender e dintorni…
Il fondatore del Paradiso è il toscano Giacomo Giannotti, mentre il locale non si trova in Italia. E’ in Spagna, a Barcellona , dunque da ora in avanti quando andrete a visitarla non dimenticatevi di andare in questo locale, situato nel quartiere El Born, dove sarete accolti da creatività e professionalità , altissima qualità , nonché tanto divertimento.(ahimè quello che la nostra politica Italiana sta distruggendo).
In realtà questa non è proprio una novità, se si considera che il Paradiso nel 2021 si trovava già al terzo posto. Questo allora poteva veramente essere l’anno della consacrazione, e così è stato. La sua forza sta in un grande lavoro di squadra, che ha permesso al cocktail bar di farsi conoscere nell’arco del tempo in tutta Europa, seguendo sempre un modus operandi innovativo e fortemente creativo, sempre più apprezzato dai clienti.
Quando Giannotti fondò Paradiso erano solo in tre a lavorarci. Forse non credeva che il locale avrebbe avuto una tale crescita esponenziale, fino a portarlo ad assumere ben quaranta dipendenti! Non sono semplici dipendenti comunque, visto che il fondatore parla di una grande famiglia, ed è proprio questa la forza di questo locale, dove l’ospitalità gioca un ruolo fondamentale.
Naturalmente questo deve essere solo un punto di partenza, dato che al Paradiso si proseguirà a lavorare duramente per crescere ancora sempre più, continuando a investire sulla qualità, fattore indispensabile per rimanere sulla cresta dell’onda.
Barcellona si conferma allora ancora una volta una delle capitali del mondo della mixology e fa piacere constatare che protagonista sia un locale fondato da italiani, sempre particolarmente apprezzati nel settore e in grado di portare le proprie radici nel mondo, nel nome della Qualità Italiana (Made in Italy), dove si uniscono capacità produttiva a un’alta attitudine di raccontare il prodotto, proprio perché la sfera comunicativa fa parte del nostro DNA
(A cura di Michele Piagno)