Storie di ragazzi che hanno lasciato Milano per andare a vivere a Londra, città un po’ meneghina, ma “Al cubo”. “È un luna-park, è una città libera, anche se molto cara”
London Calling, come il brano – e l’album – che ha segnato la storia dei The Clash (1979) – “Anche se io, a proposito di Londra, preferisco Hometown Glory di Adele, è a lei che mi ispiro quando vado in scena“.
Me lo dice via Skype Danilo, 29 anni, milanese di nascita, cittadino di Londra da 7 anni. Professione, drag queen. “Mica è un hobby, scrivilo questo, è tutta la mia vita”. Perché proprio a Londra e non qui a Milano? “Mi sento come in quella canzone che ho citato prima. Quando sono Adele, si pronuncia senza e finale, scrivi anche questo, I love to see everybody in short skirts, shorts and shades, I like it in the city when two worlds collide, everybody taking different sides (canticchia). È proprio questo il senso: Londra è come Milano, ma molto di più. Mi piace vedere tutti in gonne, shorts e occhiali da sole, è una città in cui due, o più mondi, coincidono, si scontrano, prendono parti diverse, ma sono tutti qui“.
Tornerai mai qui, a Milano, alle nostre birre sui Navigli? “Danilo, magari, un giorno. Adele no. Qui ha la sua storia, la sua vita, voleva nascere ed esplodere qui a Londra. Lontano dai miei affetti, dai miei compagni del liceo, anche un po’ per vivere un senso di libertà maggiore, certo, ma soprattutto perché, credimi, è in questa città così universale che doveva trovare il suo posto nel mondo“.
A Londra perché sei unico al mondo
Il richiamo universale di Londra sembra essere Il più grande spettacolo sotto al Big Ben. Città di arte e musei e di ruote panoramiche, di incantevoli scorci very nice ai piedi del Tamigi – sì, d’accordo, c’è anche Abbey Road con le sue strisce pedonali – e, anche, di buon cibo (è ora di sfatare un falso mito). Città, soprattutto, di libertà. Come Milano? Forse sì, magari un po’ di più. Ecco perché in molti fanno questa scelta.
“È una città piena di possibilità, per tutti – mi racconta Martina, 33 anni, manager, nata e cresciuta alle porte di Milano, da 4 anni cittadina di Londra. Continua: – Sarà una frase fatta, da chi magari a Londra ci è stato un mese d’estate a studiare l’inglese. Chi rimane un po’ di più, però, le possibilità le chiama occasioni. E se capita un’occasione, segue duro lavoro“.
Differenze con Milano? “Io ho appena soffiato 4 candeline in quella che ancora non riesco a chiamare la mia città. Vivo in zona 2, a Finsbury Park, e lavoro a Soho, che è come vivere a Sesto San Giovanni e andare in ufficio in centro in San Babila. Lavoro da 4 anni per una compagnia che è stata ridotta, venduta, ricomprata e allargata a nuovi partners; ogni anno sono stati assunti circa 500 dipendenti, facce nuove ogni giorno. Eppure, il direttore che siede su tutto ciò, mi saluta per nome e al momento della promozione mi ha personalmente ringraziato per il mio contributo alla compagnia e si è congratulato con me, citando i miei successi come parte dei suoi“.
Sei felice? “Faccio un lavoro che non avrei mai scelto, di cui non avevo la minima esperienza e in cui non credo di essere così portata. Eppure lo faccio bene, mi gratifica e appaga: si contano sulle dita di una mano i giorni in cui ho pensato che palle, devo andare al lavoro. C’è un’organizzazione più snella e flessibile. Si va in una città che mai sentirai tua, dove mai incontrerai per strada il tuo vicino, ma che a guardarla ti farà provare una certa soddisfazione. Perchè ti farà provare un senso di certezza e unicità in mezzo a milioni di altre persone come te“.
È bello tornare a Milano, ma Londra è un luna-park
Valerio, quasi 29 anni, “Mi pago l’affitto vendendo capi di abbigliamento costosi ma non è ciò che vorrei fare nella vita. Vivo a Londra da 5 anni e mezzo, tra gli alti e i bassi che questa città ti può dare. Londra è un luna-park, gira veloce e ti scombussola la testa, lo stomaco e il cuore. Qui ho imparato spesso a cavarmela da solo e a sviluppare un maggiore spirito di adattamento“. Ti piace vivere qui? “Devi adattarti, Londra è una città con le sue regole, la scelta è di seguirle oppure di andartene. Spesso è troppo affollata, è costosa e ti lascia poco tempo libero. Allo stesso tempo ti permette di entrare in contatto con tante realtà, punti di vista e culture, favorendo un bellissimo interscambio“.
E sulle differenze Milano/Londra: “Milano certe cose se le sogna, vorrebbe, ma ha ancora lo stampo di una piccola città, dove tutti sanno chi sei e che cosa fai, il che, in parte, avendo avuto in passato un minimo di visibilità nel mondo della notte, è stato ciò che mi ha fatto decidere di lasciarla. A Londra puoi godere dell’arma a doppio taglio dell’indifferenza: puoi andare in giro in pigiama senza che nessuno dica nulla ma nel frattempo non sai come e quando riceverai aiuto in caso di bisogno. Qui puoi incontrare gente da tutto il mondo, per un giorno, un’ora o se ti va bene una vita intera, l’importante è rimanere aperti, ma non disarmati, a ciò che la corrente ti porta e decidere come cogliere l’occasione data. Ciò che Londra ti toglie in energie ti ridà in esperienza di vita“.
Londra come la soluzione (ma devi diventare manager)
Luciano, 31 anni, è nato in Brasile, ha vissuto una vita a Milano e da un po’ di anni è stabile a Londra dove lavora come visual merchandiser. “Sono venuto qui per lavoro, a Milano svolgevo un’occupazione che non richiedeva particolare esperienza, volevo di più dalla mia vita. Ho cercato altre soluzioni ed è arrivata questa opportunità: Londra, dove c’è la sede centrale europea dell’azienda per cui lavoravo in Italia“.
Come ti trovi? “È una città gigante, c’è di tutto, è davvero una metropoli, non che Milano non lo sia, ma è diverso, lo è al cubo. Molti stranieri vengono qui per avere una vita, per stabilirsi, sono stranieri di prima, seconda o terza generazione. Io sono nato all’estero e questa condizione mi piace. Londra ti offre molte cose, i teatri, i pub, la cultura 24 ore no stop. Quando ero single era bellissimo, tutti i giorni c’è qualcosa, giovani ovunque, opportunità dappertutto. Se hai uno stipendio alto – ma devi diventare manager – vivi bene, perché la città è cara, più di Milano“.
C’è chi ritorna, ma non dimentica
“Sono partita per Londra da Milano a 26 anni per seguire un corso post laurea ed è stata l’esperienza più bella e formativa della mia vita – Claudia, 30 anni, digital content manager e influencer – Dopo due stage in Italia, ho deciso di partire per studiare in lingua inglese e darmi così una chance in più a livello lavorativo. Vivere e studiare a Londra mi ha permesso di conoscere persone fantastiche da ogni parte del mondo, ho amato una città dalle tante sfaccettature che ti pone di fronte a mille sfide ogni giorno“.
Però, adesso, vivi di nuovo a Milano: “Sono tornata dopo un anno perché un’importante azienda di moda mi voleva nel suo team digital a curare la parte inglese. Inutile dire che questa opportunità si è concretizzata grazie all’esperienza maturata in Inghilterra e alle competenze conseguite lì. Lasciare Londra non è stato facile. È una città che ti resta nel cuore, che ti chiede una grande apertura mentale e molta voglia di metterti in gioco, ma che ti offre tanto. Quel tanto che ti resta tutta la vita“.