Molti sostengono che l’emergenza Coronavirus sia l’occasione per utilizzare al meglio il digitale, si parla di lezioni online e di Smart Working. Funziona? Pareri diversi, funziona sicuramente sì, ma non da tutti è apprezzato allo stesso modo
La tecnologia è in costante evoluzione, spesso criticata, spesso eccessivamente nucleo costituente della nostra esistenza, spesso scontata. Ora, di fronte alla minaccia del Coronavirus, solamente una grande opportunità per cercare di riprendere una vita normale. La digitalizzazione ha questa grande potere di rassicurazione, non ti senti isolato perché obiettivamente non lo sei. Oggi si stanno attivando le lezioni online e le pratiche di Smart Working. Si frequentano le lezioni tramite un device tecnologico e si lavora con Skype. Come viene vissuta questa situazione dai più giovani? Rasserenante, opprimente o indifferente?
C’è chi non rinuncia alla propria quotidianità e non adotta il lavoro agile. “Vado a lavoro come sempre con l’unica differenza che mi muovo a piedi e non con i mezzi pubblici. A casa mi annoio, il tempo non scorre e non mi sento utile. Non sento la paura, ma gli altri un po’ me la trasmettono, forse questo è il problema. Ancora, non rinuncio comunque al mio lavoro in ufficio, amo i miei colleghi e non posso farne a meno. Non sarebbe lo stesso via Skype” (Vittoria, 24 anni, laureata e lavoratrice).
Per altri miei coetanei, invece, lavorare da remoto non è così sconveniente.“Gestisco meglio la mia giornata, posso lavorare e studiare perché guadagno tempo non dovendo ricorrere ai trasporti. Sono più produttiva a casa dato che il mio lavoro me lo permette essendo focalizzato sull’uso del computer e poi, sento meno la pressione. Posso comunque lavorare in team, il progresso tecnologico è evidente” (Celeste, 21 anni, studentessa e stagista).
Gli studenti fuori sede
Infine, per molti giovani fuori sede questa settimana di pausa è l’occasione per tornare nel proprio paese d’origine, il lavoro passa un po’ in secondo piano e si vuole condividere la propria giornata con le persone care. Si va alla ricerca di una serenità forse per il momento perduta, si apprezzano le piccole cose.“Sto vivendo questo momento come una pausa, ne approfitto per studiare, trascorrere del tempo con la mia famiglia e stare all’aria aperta, la sto vivendo bene. Per quanto riguarda il mio lavoro, mi sento meno vincolata, posso assolvere i miei compiti con libertà al mare, a casa o dove preferisco. Il mio è uno Smart Working molto flessibile, ma ora va bene così” (Lucia, 21 anni, studentessa e stagista).
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