15th

Aprile

Cinque cose che mi mancano di Raimondo Vianello

Cinico, ironico, distaccato. In questi primi dieci anni senza Raimondo Vianello sono tante le cose di lui che continuano a mancarci. Pioniere della TV, moschettiere dell’avanspettacolo, maestro d’intelligenza e di leggerezza, profondamente innamorato della sua Sandra. I motivi per cui oggi manca così tanto

Insieme a Corrado e a Mike Bongiorno è considerato uno dei padri fondatori della televisione italiana (sì, lui, Pippo, mi dispiace, ma non c’era ancora). Una vita insieme a Sandra e un’ironia precisa con cui continua ancora oggi, a dieci anni dalla sua scomparsa, a farci ridere di gusto. Oppure a farci sorridere amaramente, a seconda del contesto in cui, chirurgicamente, riusciva a infilare le sue battute. Raimondo Vianello ci lasciava il 15 aprile 2010 e il vuoto accomuna diverse generazioni. Un vuoto, quello della sua intelligenza così acuta e prestata all’avanspettacolo, che trovatemi voi uno che quella mancanza l’ha riempita poi dopo. Esatto, nessuno.

Al fianco di Tognazzi, Bramieri o persino della Elia, poco importa: dal cinema alla sit-com, dal varietà allo sport, Raimondo portava con sé un senso dell’arte insostituibile, esasperato, naturalmente, in coppia con la Mondaini. Cosa nascondeva è il motivo per cui mi manca così tanto: ecco almeno cinque cose di lui che vorrei rivedere ancora. (Per la cronaca, oggi, per tutto il giorno, il palinsesto lo ricorda con un format dal titolo Viva Raimondo!).

Il Festival di Sanremo

Anno 1998. Raimondo Vianello conduce la trasmissione televisiva che tutta l’Italia aspetta di vedere. Al suo fianco Veronica Pivetti, che stava al gioco e che ha letteralmente massacrato per tutta la settimana, e la divinità Eva Herzigova, con cui, da copione, faceva il cascamorto. Cantavano Enzo Jannacci, Mango, esordivano gli Avion Travel e Alex Baroni, tempi lontanissimi, insomma. Esordiva, anche, una leopardata nella ciocca di capelli Annalisa Minetti, che poi vinse, ma questo, di quel Sanremo, è l’ultima cosa che conta.

Torniamo a quella conduzione: Vianello e la Pivetti insieme interpretarono un gioco delle parti perfetto. Per tutti quei giorni, una sceneggiatura da commedia teatrale ci intratteneva e ci divertiva. Con garbo, senza insulti, senza prevalere sulle canzoni. E la bionda? Beh, certo, stupenda, ma non c’era nulla di volgare, era sicura di sé, parlava e non rideva a caso come un’oca. Quel Sanremo lì è stato il simbolo di una davvero bella televisione, nel rispetto di una serie di ruoli che Vianello sapeva gestire con maestria e genuino distacco (Sanremo? Ne ho visto per intero solo uno, quello che ho presentato). Ed è stato anche quello in cui Raimondo ha cacciato dal palco Madonna perché non se ne andava più via.

Le battute sulla depressione, sulla malattia, sugli aspetti dolorosi della vita

Da qualche parte in questi giorni di piena emergenza sanitaria ho guardato alla TV l’ennesimo approfondimento giornalistico di seconda serata e durante la solita intervista al più o meno esperto di turno mi ha colpito molto una domanda. Recitava all’incirca così: di quale persona, che oggi non c’è più, saresti curioso di sentire, giorno dopo giorno, un punto di vista su quello che stiamo vivendo oggi? La mia risposta sarebbe proprio Raimondo Vianello, senza ombra di dubbio. Il suo cinismo era un’arma tanto pungente e irresistibile quanto dolcissima. E con cinismo e ironia sapeva mettere un punto. Sandra, più volte, com’è noto, ha sofferto di alcuni momenti più difficili del previsto sopra ai quali Raimondo, pubblicamente, reagiva provocando una sana risata. E viva Dio.

Famoso è quell’aneddoto di Baudo secondo cui lui e Raimondo si trovavano in casa Vianello, a Milano, e andarono a prendere un caffè dopo aver assistito Sandra dopo uno di quei momenti. Prima di uscire, Vianello si rivolge al portinaio: Se cade qualcosa dall’alto, non si preoccupi, è roba mia (l’ho letto tra le pagine di Ecco a voi Pippo Baudo, Solferino Editore). Un po’ di sana ironia, è questo che salverà il mondo. Soprattutto oggi, dove non si può più fare nulla che tutto viene preso subito sul serio. Un po’ d’ironia. L’ironia, al contrario della stupidità fuori luogo, porta con sé la giusta dose di intelligenza. E questo salverà il mondo, ne sono convinto. Quanto ci manchi, Raimondo.

La dimostrazione dell’amore vero

Pensiamoci bene. Sandra e Raimondo. Dopo di loro, chi altri? Al Bano e Romina? Ma per cortesia. Maurizio e Maria? Va bene, ciao, dai. Sempre dall’autobiografia di Pippo Baudo: “Raimondo Vianello era un grandissimo personaggio, lui e Sandra si adorarono per tutta la vita. Vedendoli da fuori, sembrava impossibile pensare che sarebbero rimasti insieme a lungo (…). Raimondo era un po’ snob, veniva da una grande famiglia borghese di militari, quando si avvicinò allo spettacolo la sua scelta fece scalpore. Sandra veniva da una famiglia di artisti (…) però si completavano. Raimondo sapeva accettare con ironia e con il sorriso tutti gli aspetti illogici del carattere di Sandra. Le sue bizzarrie, riusciva a calmarla con il suo innato senso dell’ironia“. Un amore puro nella vita e impossibile da dividere. Tanto che, nell’anno della scomparsa, Raimondo precede di pochi mesi la moglie. Quale altra forma di amore completo e noto ai più a voi viene in mente?

L’incredibile rispetto di Raimondo Vianello nei confronti di tutti, sempre

I già citati Tognazzi e Bramieri. Oppure, sul piccolo schermo, Antonella Elia o la Casalegno. Nel mezzo, tutti, qualunque nome dello spettacolo, professionalmente parlando, è stato al fianco di Raimondo Vianello. E del mondo dello spettacolo, tanti sono i rapporti dello schivo uomo di spettacolo. Come Silvio Berlusconi. La grandezza di Raimondo si rispecchiava anche nel rispetto che portava nei confronti di tutti. A salvarlo, quel sarcasmo pungente che tirava fuori con aplomb ed eleganza. Che gli permetteva di farci ridere mentre faceva il provolone, mentre recitava nell’avanspettacolo, mentre, sempre con la solita ironia, rimaneva distaccato dai suoi rapporti. “Berlusconi? Non siamo mai andati allo stadio insieme anche se mi ha invitato parecchie volte. Il Milan vinceva sempre, mi sono detto che è meglio non rischiare, non sia mai arrivo io e la squadra perde, sono rovinato“.

Nessun grado di separazione

Ma quale Grande Fratello o simili. La prima vera forma di voyeurismo l’abbiamo affrontata tutti con Casa Vianello. Nel senso della sit-com che però, a lungo andare, aveva assottigliato sempre di più qualunque distanza tra la vita privata e quella televisiva di Sandra e Raimondo. A un certo punto non c’era quasi più. All’interno del set comparivano con naturalezza tutti i dettagli della vita privata dei due. Dalla SaMo (che sta per Sandra Mondaini), la squadra di calcetto di Raimondo (se non è amore questo, l’uomo che dedica alla moglie la sua squadra di calcetto), ai celeberrimi filippini.

“Abbiamo riportato la nostra vita reale, esasperata – dichiarava Sandra. – Noi a casa siamo anche un po’ così, dispettosi, senza mai arrivare alla litigata. Esasperata perché se avessi avuto un marito che fa il cretino come in Casa Vianello, il giorno dopo l’avrei cacciato“. Nessun grado di separazione, o quasi, che collezionava milioni di telespettatori ogni volta. Incollati, come me, davanti a una televisione pura, mai volgare, affettuosa.

Dobbiamo a Sandra e Raimondo, dunque, io credo, quel sentimento che ci ha spinto al voler bene alla leggerezza. Che mai ha fatto male, anzi, ci manca terribilmente.

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