La Certosa di Pavia è un complesso monumentale storico che comprende un monastero e un santuario. Si trova nel comune omonimo di Certosa di Pavia, località distante circa otto chilometri a nord del capoluogo di provincia.
Edificata alla fine del XIV secolo per volere di Gian Galeazzo Visconti, signore di Milano, per adempiere a un voto della consorte Caterina e come mausoleo sepolcrale della dinastia milanese, fu completata in circa 50 anni e assomma in sé diversi stili, dal tardo-gotico italiano al rinascimentale e apporti architetturali e artistici di vari maestri del tempo.
Rappresentava uno strumento di autorità e prestigio che gareggiava con le altre corti italiane del tempo. Fu affidato prima ai Certosini, poi alla comunità cistercense e poi benedettina, dopo l’unificazione del Regno d’Italia fu dichiarata monumento nazionale e acquisita dal demanio dello Stato Italiano. Dal 1968 ospita una piccola comunità monastica cistercense.
Altri edifici che fanno parte del complesso monumentale ospitano la sede del Museo e la stazione dei Carabinieri.
È un accostamento di stili che trova equilibrio nelle bellezze dei marmi, delle pitture e delle decorazioni che Gian Galeazzo Visconti fece innalzare a Pavia nel 1396 chiamando i più noti architetti e artisti dell’epoca.
Chi varca l’ingresso della Certosa ha la sensazione di entrare in un paradiso riprodotto nella pietra, negli affreschi, nelle lacche e lapislazzuli. Ad accogliere lo sguardo sono le geometrie astrali e le stelle dipinte nell’oro sul soffitto di cobalto, intarsiate nel cotto del pavimento della sagrestia vecchia, raggianti nei colori caldi dei portali lignei o iscritte nella perfezione del cerchio sulle piastrelle del presbiterio.
Ai due lati della navata le piastrelle, ciascuna un piccolo scrigno di opere di rara bellezza, come i bassorilievi che decorano gli altari, o i motivi floreali intarsiati nei paliotti eseguiti nel ‘600 dai fratelli Sacchi di Pavia.
Il “Padre eterno benedicente” dipinto dal Perugino, i Dottori della Chiesa, i Santi e gli Evangelisti raffigurati dal Bergognone nelle pale e nelle tavole delle cappelle mostrano una delicatezza di accordi cromatici e l’espressione benevola dei volti crea subito un clima di domestica confidenza con i personaggi sacri.
Suggestive anche le figure dipinte dagli antichi Certosini che, secolari guardiani del loro tempio, si affacciano dall’alto da finestre a trompe-l’oil, grazie a un’illusione ottica prospettica.
La navata dal transetto custodisce i monumenti funebri dei due principali mecenati della Certosa:A nord, le statue giacenti di Ludovico il Moro e Beatrice D’Este, scolpite da Cristoforo Solari.
Un vero e proprio capolavoro di Baldassarre degli Embriachi è il trittico conservato nella sagrestia Vecchia, che mette in scena le storie della vita della Vergine, di Cristo, dell’indovino Balaam e dei Re Magi. A sud, il monumentale sepolcro di Gian Galeazzo Visconti, progettato da Gian Cristoforo Romano. protetto da un sontuoso tabernacolo, scolpito con gli episodi della sua vita, il corpo marmoreo del duca riposa sotto lo sguardo amorevole delle statue della Fama e della Vittoria.
In ogni nicchia e in ogni parete, troviamo le Sacre Scritture e tra le creature celesti che dimorano nella Certosa, gli angeli sono i più numerosi, come quello birichino che mostra orgoglioso un mazzolino di fiori sulla volta della cappella di S. Caterina, quello riccioluto che sorride dagli armadi della Sagrestia Nuova, quello che scala le nuvole o che indossa elmo e armatura per combattere contro il drago nell’altare della cappella di S.Michele Arcangelo.
Tra le più aggraziate Madonne che gli artisti della Certosa hanno raffigurato in atteggiamento quotidiano, si spazia dalla Vergine del Tappeto alla Madonna del Garofano alla Vergine in adorazione dai lunghi capelli biondi alla Madonna del Latte racchiusa in un sole dorato.