Un team di imprenditori under 30 rilancia la Taverna Moriggi che torna in pista con layout e cucina che spaziano tra passato e futuro
Milano riabbraccia uno dei suoi locali storici: la Taverna Moriggi in Via Morigi 8 riapre i battenti. La location, infatti, ritorna operativa dopo una pausa dovuta a lavori di ristrutturazione durata sei lunghi anni. A rilanciare un luogo molto amato dai milanesi che ne hanno sempre prediletto la qualità del servizio – famoso per l’ottima mescita di vino proposta e che oggi si arricchisce anche di un servizio ristorativo completo -, un team composto da giovani under 30, tutti studenti dell’Università Cattolica e grandi appassionati di food.
Partendo dal layout del rinato locale, sempre posizionato all’interno del Palazzo dei Moriggi, catalogato tra i più prestigiosi edifici storici di Milano, la taverna si suddivide in tre ambienti ristorativi, per un totale di circa 60 coperti: una sala esterna, una centrale e una cosiddetta medioevale. Il lampadario imponente che illumina l’intera area non passa inosservato nella zona centrale dov’è stata allestita la cucina a vista, mentre nella parte esterna del locale, quella che si affaccia sul Circo romano, troviamo una stanza ridefinita da un tocco di arredamento vintage, valorizzata dalla presenza di antichi scaffali d’epoca ripieni di bottiglie di vino e pannelli sui quali capeggiano le ricette tipiche della tradizione culinaria meneghina. La terza area, quella medioevale, è un ristorante che invita il cliente a immergersi nel passato stesso del palazzo che accoglie la taverna, presentandosi con stile gotico e misterioso. Da aggiungere che la Taverna Moriggi conta anche una quarta location, situata in un’ampia cantina al piano interrato e predisposta per pranzi o cene private: la saletta è conviviale con un tavolo imperiale quadrato che accoglie gli ospiti.
Passando ai fornelli, in cucina dirige le operazioni lo chef Andrea Gurzi, calabrese, classe 1990, una ricca esperienza maturata soprattutto facendo scuola da Sergio Mei, storico executive chef del Four Seasons di Milano. I piatti di Gurzi non sono rivoluzionari in senso stretto, ma si attengono alla solida tradizione italiana e milanese (immancabile l’ossobuco di vitello e il risotto allo zafferano che accompagna molte portate).
Lo chef osserva e rispetta la cucina della tradizione, senza che ciò non lo spinga a concedersi una personale rilettura di qualche ricetta storica rivista in chiave moderna. Non mancano le signature creative da lui stesso elaborate, come il Vitello tonnato ‘a mo’ di tartare, finferli sott’olio al ginepro e tartufo nero estivo, mentre per accontentare gli amanti del dolce, Gurzi si è inventato il Panettone arrostito con burro, salvia e cioccolato di Modica, servito con gelato di ricotta, mandorle e limone. Per quanto riguarda il sevizio di sala, questo è stato affidato a Salvatore De Biase, giovane maître, che si è fatto le ossa in alcuni ristoranti pregiati milanesi come il Vun del Park Hyatt, il Principe di Savoia e Palazzo Parigi.