23rd

Maggio

Il sake avanza e diventa tendenza

È sake mania: la bevanda alcolica Made in Japan è diventata un consumo trendy. Ecco alcuni indirizzi dove bere le migliori etichette. Lisce o miscelate, a voi la scelta

Molti ritengono che il sake sia ancora quella bevanda che alla spicciolata si serve a fine pasto nei ristoranti asiatici, spesso di non eccelsa qualità. Una sorta di bicchiere della staffa consumato pigramente a chiusura di cena. In realtà, il prodotto in questione ha una nobile e antica tradizione alle spalle e oggi la sua diffusione è decisamente salita di livello. Marche premium hanno fatto la loro comparsa e molti milanesi non si sono fatti pregare più di tanto cominciando a seguire il sake con attenzione. Fino a farsi conquistare dal sapore d’Oriente.

Tracciando la storia e le diverse tipologie, il sake è, innanzitutto, una bevanda alcolica originata dalla fermentazione del riso e, già nel lontanissimo sedicesimo secolo, era l’alcolico ufficiale del Palazzo Imperiale di Kyoto. I manuali indicano cinque diverse tipologie di sake: il Ginjo, ottenuto da chicchi di riso a cui è stato tolto il 40% di strato esterno; il Daiginjo, lo strato rimosso raggiunge il 50%; il Junmai e Tokubetsu, tipologie ottenuto solo da riso, acqua e koji, generalmente più acido e poco dolce; il Junmai Ginjo, fermentato dal ginjo, meno acido e con umami più lieve; il Junmai Daiginjo, referenza più pregiata, caratterizzata da un perfetto equilibrio tra la variante acida e l’umami; e l’Honjozo, con grado di acidità e umami persistente, è l’abbinamento più diffuso a piatti di cibo.

Un mondo estremamente variegato, che la ristorazione a Milano ha gradualmente approcciato. E oggi le occasione di un buon assaggio non mancano. Milanodabere.it propone, quindi, cinque posti dove bere del buon sake.

KANPAI (VIA MELZO 12)

Inaugurato lo scorso gennaio, questo ristorante non propone i piatti ‘soliti noti’ della cucina del Sol Levante (come per esempio il sushi). L’offerta è food, ma domina il sake proposto ai commensali esclusivamente liscio per coglierne le sfumature di gusto. Vietato di conseguenza miscelare: il sake proposto al bancone è molto pregiato (spiccano il Dassai 23 e il Dewakazura decretato migliore sake al mondo nel 2017) e le qualità organolettiche talmente raffinate che ‘risulta un peccato smarrirle in un cocktail’, come ci hanno spiegato i responsabili del locale.

Kanepi sake

Da Kanpai sono numerose le referenze di sake. Ma la regola è precisa: vietato miscelare questo spirit

SAKEYA (VIA CESARE DA SESTO 1)

La casa del sake a Milano ha un nome: Sakeya. Si tratta del primo sake bar-bistrot & shop di Milano. Un must per tutti gli amanti della bevanda giapponese che hanno la possibilità di una scelta variegata: sono, infatti, ben 150 le etichette proposte dal locale. Particolarmente creativa e stuzzicante la lista cocktail proposti alla carta. Lo conferma uno dei drink più ordinati: il MItsouko con Sake Urakasumi Kiippon Tokubetsu Junmai (60ml), liquore all’erba cedrina (20ml), Yuzushu kodakara (5ml), vermouth dry aromatizzato al lemongrass e pepe sansho (15ml).

 
sakeya sake

Sake assoluto protagonista da Sakeya: al bancone potete scegliere tra oltre 150 etichette diverse

OCTAVIUS BAR (PIAZZA GAE AULENTI 4)

Una volta messo piede nella rinata piazza in Zona Garibaldi Porta Nuova, basta guardarsi intorno per notare l’Octavius Bar, che, all’interno del complesso del negozio Replay, è uno dei cocktail bar di maggiore charme a Milano. Qui il sake è tra i protagonisti della vetrina frigo, diligentemente curata e selezionata dal responsabile del bar, Francesco Cione che ha ideato un cocktail giusto incrocio tra Oriente e Occidente. Il drink in questione, chiamato Sakericano al Caffè, si prepara introducendo e agitando in uno shaker tutti gli ingredienti scelti, vale a dire Ginjo Sake, vermouth di Torino aromatizzato in cold brew al caffè 100% arabica, del bitter stile Milano e alcune gocce di amaricante alle prugne accompagnato da una soluzione salina.

Al bancone dell’Octavius Bar il sake è protagonista della miscelazione, generando sodalizi tra sapori italiani e occidentali

VINODROMO BISTROT (VIA SALASCO 21)

Nasce come vineria e lo è tutt’ora, ma lo spazio dedicato al sake è in costante crescita. Vinodromo ha abbracciato il fermentato nipponico con tanto di corner all’interno della location gestito e curato dal proprietario Lorenzo Genitori. Numerose le iniziative: dal 9 giugno, in collaborazione con La Via del Sake, si terrà il corso sul prodotto di livello 1 (con tanto di esame finale), ma spesso e volentieri i gestori del locale propongono serate a tema, tra cui spicca quella con abbinamento ai formaggi italiani o l’aperitivo fusion che sposa e miscela alcune ricette del Sol Levante con quelle del Bel Paese, ovviamente abbinate a degustazioni di selezionati sake.

Vinodromo sake

Il sake nel food pairing? Assolutamente possibile e vincente anche da Vinodromo

SHIMOKITA (VIA ARCHIMEDE 14)

Fresco di inaugurazione, il nuovo ristorante underground Shimokita propone piatti in stile finger food che abbracciano e sposano la cultura giapponese, con l’accompagnamento di diverse tipologie di sake. La cocktail list a base di questo spirit ideata è firmata dal bartender Antonio Russo. Tra le sue proposte miscelate spicca un drink chiamato Milord realizzato amalgamando sake, gin, limone, sciroppo di rosa e albume.

MattiaGuolo-Shimokita-2018-1226

Da Shimokita il sake ha un ruolo di risalto: da degustare in un ambiente futurista, accompagnandolo a finger food made in Japan

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