“Sacerdotessa del dio Sole”. Ha un significato importante il nome Solaika, un nome egiziano per un cuore nostrano, 100% pugliese nella formazione professionale così come nella cucina che propone, recuperando con attenzione tradizioni gastronomiche e ingredienti del territorio. Solaika è la prima donna, in sette edizioni, a vincere il Premio Birra Moretti Grand Cru. E già questa è una notizia, un’ottima notizia. Solaika Marrocco, chef del Ristorante Primo Restaurant di Lecce, è la vincitrice della settima edizione del concorso nazionale per chef e sous-chef under 35, promosso da Fondazione Birra Moretti, in collaborazione con Identità Golose- The International Chef Congress. Che premia talenti sempre più giovani: “Ci siamo accorti che in gara ci sono ragazzi di 20-22 anni, dovremo abbassare l’età del concorso”, ha dichiarato Paolo Marchi, ideatore e curatore di Identità Golose. Un concorso nato per scoprire, far emergere e valorizzare le giovani promesse della cucina.
UNA GIURIA D’ECCEZIONE
A decretarlo una giuria d’eccezione, un coro unanime, capitanato dal presidente Claudio Sadler che, entusiasta le ha detto: “Hai il senso del gusto, hai il senso dell’estetica, hai avuto coraggio ma hai usato anche il sentimento, continua così”. Una “ricetta intelligente”, gli ha fatto eco Andrea Berton. E Turcinieddhi glassati alla birra con marmellata di cipolla all’arancia, critmi in tempura e infuso di luppolo, lo è, sicuramente una ricetta ardita, hanno detto gli esperti: Solaika ha avuto ‘coraggio’, ha rotto gli schemi, sfidato un nutrito e talentuoso gruppo di giovanissimi chef, ha sfidato se stessa. E ha vinto. Conquistando tutti, giura in primis, sì, ma anche il pubblico di esperti che hanno seguito la premiazione, in una sala gremita del ristorante Lume di Taglienti, padrone di casa. “È un lavoro duro e faticoso e l’unico modo per andare avanti è metterci passione. Io non potrei fare altro nella vita. È importante credere nei propri sogni e perseverare, perché a volte si avverano. Non bisogna arrendersi mai”, ha detto Solaika commossa.
PRIMA SU 163 EMERGENTI DI TUTTA ITALIA
Solaika Marrocco è arrivata prima, sui 10 giovani finalisti, selezionati fra 163 chef e sous-chef da tutta Italia, che si sono sfidati in una succulenta performance live nelle cucine del ristorante di Milano, di fronte a una giuria di 14 stelle Michelin. A leggere la motivazione che ha portato Solaika Marrocco sul gradino più alto del podio, è stato lo chef Giancarlo Morelli: “Vince il Premio Birra Moretti Grand Cru chi ha dimostrato conoscenza delle tradizioni, personalità e coraggio nella scelta degli ingredienti e della ricetta, coniugando con squisita semplicità i vari elementi, credendo nella sua idea. Come ha detto: “il palato parla”. In premio, 10 mila euro a scelta fra un viaggio, per due persone, in ristoranti di cucina d’autore per arricchire il suo bagaglio formativo, o una fornitura di attrezzature professionali per la cucina. Oltre a Sadler e Morelli, in giuria, Corrado Assenza, Andrea Berton, Carlo Cracco, Gaia Giordano, Marco Reitano, Luigi Salomone,vincitore della terza edizione del Premio Birra Moretti Grand Cru (2013), Michela Scarello, Luigi Taglienti e Viviana Varese, chef di Alice Ristorante presso Eataly Milano Smeraldo.
GLI ALTRI PREMIATI
La menzione speciale per la “Miglior interpretazione della birra come ingrediente” se l’è aggiudicata Marco Volpin, chef del ristorante Le Tentazioni di Villatora di Saonara (PD), mentre quella per la “Miglior interpretazione della birra in abbinamento” è andata a Giorgio Puleo, sous-chef del ristorante Il Portico di Appiano Gentile (CO). Il premio “Voto del pubblico”, infine, l’ha conquistato a Andrea Congiusta, chef del ristorante My.Ale Club di Roma. Soddisfatto dei risultati Alfredo Pratolongo, Presidente della Fondazione Birra Moretti: “In questi 7 anni il Premio Birra Moretti Grand Cru è cresciuto molto, e si è confermato un trampolino di lancio importante per i tanti giovani chef italiani. Di pari passo si evolve il mercato della birra in Italia, che oggi genera un valore condiviso che supera i 7 miliardi di euro.La cultura della birra a tavola è una peculiarità italiana, nel Paese dove la cultura alimentare è eccellente a tutti i livelli, e dove bere responsabilmente significa bere bene e insieme al cibo”, ha dichiarato.