12th

Dicembre

Un bacio rosso a Capodanno

Chissà quante volte a Capodanno vi siete baciati sotto al vischio o vi siete vestiti di rosso, senza chiedervi da dove vengano queste tradizioni…e quante volte avete addobbato l’albero senza sapere cosa significhi. Per i più curiosi ecco cosa abbiamo scoperto.

Prima di parlare delle origini di alcune usanze natalizie e capodannesche bisogna tornare indietro a 10000 anni fa quando gli uomini primitivi preferirono la vita sedentaria a quella nomade, dedicandosi all’agricoltura. A quei tempi, al culmine dell’inverno, poichè la stagione andava migliorando, veniva festeggiato lo scampato pericolo con cibi e bevande risparmiate in precedenza. Scambiatisi le cibarie si ballava fino all’alba. Per tale motivo, a metà del IV secolo d. C., Papa Giulio I fissò al 25 dicembre la nascita di Gesù, per fare in modo che le antiche festività pagane fossero sostituite senza difficoltà.

Alle piante si collegano molte delle tradizioni, affondando le radici nelle antiche credenze di rituali magici e sacri.
L’albero di Natale risale ai riti pagani inerenti il solstizio d’inverno. Oggi lo adorniamo con luci, illuminazioni, decorazioni, fili e nastri colorati poichè questi ricordano i capelli delle fate, i falò e il “ceppo” di Natale. Infatti, da sempre, i contadini europei accendevano “fuochi di gioia” in cui ardevano fantocci, per riportare calore e luce tra gli uomini, in quei giorni freddi e bui. Tali riti si basavano sulla magia imitativa del ciclo solare e avevano una funzione purificatrice. Il “ceppo” di Natale, divenuto poi il nostro albero, era solitamente di olivo, betulla o quercia e, associato alla divinità del tuono, proteggeva dai fulmini. Oltre che simbolo solare, l’albero è anche un simbolo cosmico. Con radici e rami, rappresenta l’unione tra la Terra e il Cielo e così l’abete natalizio imiterebbe il Frassino Universale, il Yggdrasil delle tradizioni nordiche al quale rimase appeso Odino per raggiungere la conoscenza suprema e tra le cui radici si trovano i doni che simboleggiano la sua generosità.

Per quanto riguarda il bacio sotto il vischio a mezzanotte di Capodanno, bisogna risalire alla tradizione celtica. Esso è un semi-parassita, cresce sui tronchi e si riteneva brillasse nel buio in prossimità di giacimenti d’oro. Sembra nascere dal cielo, le sue bacche si sviluppano in nove mesi e si raggruppano in numero di tre, numero sacro per tantissime culture. Pianta potente grazie ai suoi poteri medicamentosi, ma pure fatale in caso di uso scorretto, i Celti lo raccoglievano solo in caso di necessità con una piccola falce d’oro, usata da mani pure, a digiuno, vestiti di bianco e a piedi nudi, offrendo in cambio alla foresta una libazione di pane e vino. La leggenda racconta che, proprio quando il vischio fu strappato dalla quercia per la prima volta, il buon dio Balder morì. I Druidi ritenevano il vischio in grado di guarire ogni malattia e anch’essi si servivano di una falcetta d’oro poichè, essendo una pianta lunare, recidendola con un metallo legato alla divinità solare, si riunivano le opposte energie e quindi i due principi del cosmo, quello femminile e quello maschile.
Anche nella cultura romana troviamo tale credenza, testimoniata dalle’Eneide, quando Enea scende agli inferi con un ramo di vischio da donare a Proserpina. Che il baciarsi sotto al vischio sia di buon auspicio deriva da antiche conoscenze druidiche che lo vorrebbero una pianta apportatrice di fecondità, poichè le sue bacche schiacciate davano un liquido molto simile al “seme” maschile. Anche la dea anglosassone dell’amore Freya possedeva questa pianta. Il Cristianesimo è molto diffidente nei confronti del vischio, per il fatto che, ai tempi della crocifissione di Gesù, mentre le altre piante si rifiutarono di collaborare, esso offrì i suoi rami per costruire la croce. Così fu maledetto e li perse per sempre. Però, accanto a tale leggenda ne nasce un’altra secondo cui, proprio per la sua nascita misteriosa, è simbolo di Cristo.

A proposito del vestirsi di rosso sembra derivi dalle antiche usanze cinesi che, nelle feste tradizionali, sono ancora soliti appendere alle porte di casa degli striscioni augurali rossi, il colore del matrimonio, della gioia, della felicità. Il rito di gettare via oggetti vecchi, rotti o inservibili simboleggia invece il desiderio di scacciare le negatività, così come quello di sparare colpi d’arma da fuoco o fuochi d’artificio servirebbe a fare chiasso per allontanare gli spiriti maligni.

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