14th

Aprile

Terre d’Oltrepò al Vinitaly. Il valore del vino per l’Unione Europea è enorme

Terre d’Oltrepò 

Un ruolo fondamentale nella sostenibilità socioeconomica delle zone rurali

Quella del vino è una filiera complessa, particolarmente sensibile alle fibrillazioni economiche del mercato e ai mutamenti geopolitici. Genera ricchezza in tanti territori rurali, li preserva dallo spopolamento, tutela e incentiva la biodiversità, contribuisce al fisco e all’occupazione in maniera importante.

Il valore del vino per l’Unione Europea è enorme, come testimonia il CEEV – Comité Vins, il Comitato Europeo delle Imprese del Vino, con uno studio condotto da PwC.

“Con quasi 3 milioni di posti di lavoro e un contributo di 130 miliardi di euro al Pil dell’Unione Europea nel 2022, pari allo 0,8% del totale, il settore vitivinicolo svolge un ruolo fondamentale nella sostenibilità socioeconomica delle zone rurali dell’Ue. 

Una benedizione contro lo spopolamento delle campagne”, ha dichiarato Mauricio González-Gordon, presidente Ceev.

Intervista a Umberto Callegari – CEO Terre d’Oltrepò

Come valuta lo sviluppo del mercato del vino in Italia e all’estero?

“Le regole del gioco stanno cambiando e credo che sarà fondamentale la capacità di leggere e comprendere questi cambiamenti e adattarsi ad essi. Ci troviamo in un settore più veloce, competitivo, polarizzato e capital intensive. Credo che a questa nuova realtà occorra rispondere in modo razionale seguendo principi economici oltre che valoriali ed etici. In particolare, vedo la necessità di aggregazione e approccio sistemico sia a livello europeo, sia a quello nazionale: i diversi Paesi produttori hanno diversi gradi di avanzamento e maturità sistemica (Francia molto bene, Spagna bene, Italia ancora divisa e quindi più debole in un mercato internazionale).

Dopo questa premessa, riferendoci brevemente al tema italiano e alle ragioni economiche alla base dell’aggregazione, occorrerebbe condurla e strutturarla a livello regionale: in ipotesi, un centro egemone per regione che massimizzi leva operativa e marginalità”.

Come si potrebbe concretizzare questo concetto?

“Dare vita possibilmente a una serie di scambi sul territorio: porterebbe al risultato di un valore pari al quadrato del valore dei player connessi, con una forza decisamente maggiore a livello internazionale (cito ad esempio il caso del metodo classico in Italia).

Al mercato del vino, sempre più polarizzato e capital intensive, occorre che alla dimensione di prodotto si aggiunga quella di servizio per garantire marginalità. Siamo all’alba di una nuova era nel mondo del vino”

Le normative europeee contribuiscono alla crescita del mercato?

“Le sfide, sempre più strutturali e non congiunturali, che minacciano il settore vitivinicolo hanno spinto l’Unione Europea ad elaborare provvedimenti legislativi dal significato contrastante. D’altronde, il settore vitivinicolo è il più ampio settore agroalimentare dell’UE in termini di esportazioni[1] e nel corso del tempo è stato oggetto di una serie di regolamentazioni (regolamento delegato 2018/273 e regolamento 2021/2117) le quali, tuttavia, hanno limitato le potenzialità economiche del mercato. Ad esempio, l’approvazione della legge irlandese avvenuta anche grazie al via libera della Commissione Europea se da un lato promuove una maggiore trasparenza, dall’altro, inevitabilmente, penalizza le stesse imprese della filiera del vino. Ragione per cui l’Europa dovrebbe cambiare registro nell’assistere il mercato vitivinicolo, valorizzandone l’impatto strategico rispetto alla crescita economica dell’intero sistema Paese.

In conclusione, lo scenario futuro necessita di una riflessione strategica e non solo regolativa dell’Unione Europea sulla gestione del mercato vitivinicolo, considerandone l’impatto sulla crescita economica complessiva. Il settore del vino si troverà ad affrontare da un lato una ridefinizione delle preferenze dei consumatori, con una spinta verso vini più accessibili e meno complessi; dall’altro un’offerta sempre più insidiosa, laddove la sovrapproduzione rischia di compromettere sia i prezzi sia la sostenibilità economica. Gli Stati nazionali e l’Unione Europea dovranno riconsiderare la propria politica, puntando su un approccio che unisca sostenibilità e competitività.


[1] https://agriculture.ec.europa.eu/farming/crop-productions-and-plant-based-products/wine_it#:~:text=Il%20settore%20vitivinicolo%20%C3%A8%20il,vitivinicolo%20si%20%C3%A8%20sviluppato%20notevolmente.

Terre d’Oltrepò 

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