Chissà se i nobili Visconti all'inizio del XIV secolo si allietavano con bravi musicanti nel piazzale del Castello Sforzesco di Vigevano. Di sicuro c'è che questa location è il meglio che ci si possa augurare per godersi del buon rock'n'roll, come quello dei Wolfmother, lo scorso 10 luglio. Nel terzo dei 10 giorni suonati, la band austrialiana irrompe sul palco come un ciclone, con le chitarre cariche di elettricità e le bacchette instancabili su piatti e rullanti.
Nei riff irresistibili scorrono gli anni d'oro dell'hard rock, quelli che portano i nomi di leggende imperiture: Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple e via “idolatrando”. Forse certe trovate ritmiche e melodiche non saranno originalissime, forse lo stile vocale del leader Andrew Stockdale è eccessivamente ispirata al mito di Robert Plant e Ozzy Osbourne, ma rimane l'esperienza di un live con tutti i crismi del rock duro e puro, suonato a regola d'arte, con un impatto emotivo notevole. Il pubblico, infatti, non fa tanti complimenti e sulle prime note di Dimension la zona di “pogo” è già caldissima. Forse anche per merito dei Bud Spencer Blues Explosion, a cui il pubblico entusiasta poco prima aveva chiesto un impossibile bis alla fine di una performance adrenalinica (alla faccia del gruppo spalla!).