I fenomeni si sa a volte restano tali, ma allo stesso tempo sono anche inspiegabili. E’ il destino che tocca alle giovani band, a volte pescate nella rete dei capricci musicali, che si trovano tra una canzone ed un’altra a gestire un inaspettato successo planetario. Quest’anno è toccato ai Tokio Hotel, i quattro giovani musicisti tedeschi che stanno sbancando le classifiche. I due gemelli Bill e Tom Kaulitz, accompagnati dal batterista Gustav Schafer e dal bassista George Listing, sono arrivati al Datchforum per il primo concerto italiano.
MONSOON – E’ inutile dire che il delirio ha incorniciato il prima e il dopo concerto. Era tempo che non si vedevano tredicenni focose, pronte a tutto pur di essere ad un concerto, sold out in pochissimo tempo. Neanche il cattivo tempo è servito a scoraggiare le migliaia di persone, tra genitori e figli, assiepati fuori al Datchforum fin dal primo pomeriggio. “Voglio cantare con te”, recita lo striscione di Elettra e Stefania di Varese, mentre Greta e Lucrezia usano un pennarello rosso fuoco per scrivere a caratteri cubitali “Ich Liebe Dich”. Alle 21 in punto il pezzo Uber Ende Der Welt apre il concerto, mentre Bill, nel look fotocopia di Tempest degli Europe, grida dal palco: “Ciao, Milano! Siamo contenti di essere qui”. La rock band tedesca ha pescato in scaletta anche dall’album Scream, che segna l’esordio in lingua inglese con il meglio dei loro due dischi precedenti. Energia da vendere con Break Away e Final Day, passioni da seggiolone con Love is Dead, effetto ciclone con Monsoon, e qualche verso di troppo alla musica dei Nirvana.
ZUCCHERO FILATO – Quei due gemelli Bill & Tom, poco meno che ventenni, srotolano sul palco con uno stile glamour e coinvolgono il pubblico come se avessero chissà quanti anni di esperienza da scena. I rintocchi musicali sono quelli da pop giapponese, scivolosi nei brani tedeschi come Reden, Spring Nicht e Leb Die Sekunde. Per il bis l’atmosfera diventa intima e acustica con la voce di Bill e la chitarra di Tom che eseguono In Die Nacht, mentre Gustav e George si aggiungono per Rette Mich e An Deiner Seite. I fenomeni si sa a volte restano tali, ma allo stesso tempo sono anche inspiegabili, perché il boato del pubblico non riesce a nascondere la scarsa padronanza musicale dei loro beniamini, quel noioso giro di soliti accordi che vuole far passare per musica ciò che non è. Gloria, gloria, gloria ai Tokio Hotel, che forse tra venti anni ricorderemo come lo zucchero filato di questa nostra generazione.
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