Il Fly World Tour invade Milano e Zucchero regala tre concerti emozionanti all’Arena Civica.
FLY WORLD TOUR – Milano ha finalmente riavuto Zucchero, orgoglio della musica made in Italy nel mondo. Il pubblico milanese lo ha avuto tutto per sé per tre sere di fila all’Arena Civica. Erano quattro anni che “il diavolo” non era protagonista di un tour così lungo. Dopo una lunga performance di Irene Fornaciari, il tempo smette di fare i capricci e la luce del giorno si assopisce in attesa che lui arrivi sul palco. Sono le 21.30, le luci si accendono e ad accoglierlo è una struttura scenica in stile barocco: ci sono lampadari di cristallo, un trono e due specchi ai lati, che fanno anche da maxi schermi. Tuttavia, il sigillo scenico di questo Fly World Tour resta lo stemma araldico a forma di calabrone, mentre ad aprire c’è l’emozionante brano Dune Mosse.
OVERDOSE D’AMORE – “Ciao, Milano. Alla fine sono tornato a casa”, esordisce così Zucchero, che si attacca alla chitarra, indossa la corona da principe del blues e spinge l’acceleratore sul pedale di una grande carriera. Prima è il tempo dei brani recenti, pedalando in salita tra Occhi, Un chilo, Cuba libre, poi arriva la lunga discesa, scivolando tra i pezzi storici: Overdose d’amore, Baila, il Mare, il Volo. Il pubblico non resiste alla tentazione, scende dagli spalti e si concentra sotto il palco per cantare in coro, mentre Sugar coinvolge tra le note di It’s All Right, Con le mani, Libidine e Diavolo.
SO BEAUTIFUL – “Pensano che questa canzone l’abbia scritta io – interrompe il bluesman – ma l’ho presa in prestito dai Procol Harum. La dedico al mio grande amico Baggio, che stasera è qui con la famiglia”. La platea si infiamma e Zucchero intona Nel così blu. Due ore di grande musica che si chiudono con Per colpa di chi. Il tempo è volato troppo in fretta e il calore dell’Arena Civica lo fa tornare sul palco, in una spettacolare esecuzione al piano di So Beautiful: “Vi dedico questa canzone col cuore in mano, a voi che amate il blues come me”. Al termine della prima data, solo pochi fortunati hanno avuto accesso ad un buffet con l’artista. “Ho suonato qui ai tempi di Oro, incenso e mirra – mi spiega Zucchero – ed ho un bellissimo ricordo dell’Arena Civica. Ho trovato questa location un po’ dispersiva, anche se spero di avercela messa tutta per creare l’atmosfera giusta”. Poi gli tiro fuori un vecchio album e lui, scherzandoci sopra, sottolinea: “Sono io? come sono cambiato!”.
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