Robin Mckelle sale sul palco del tempio del jazz milanese, il Blue Note, per presentare il primo album solista: Introducing Robin Mckelle, un passo deciso nella carriera dell’artista.
IL MITO FEMMINILE – Il primo omaggio alla femminilità è fatto da Robin nel semplice calcare la scena: ironia, bellezza e un fascino che parte da lontano, da quegli anni ’40 da cui non rapina soltanto voce e liriche ma anche un atteggiamento languido da grande interprete. Scalda il pubblico milanese con i classici del jazz, supportati da un trio di musicisti eccellenti e completamente intrisi del fascino della rossa cantante.Si sorride, si
ammicca e si tiene un tempo che spesso trascende in session liberatorie. Su tutti la voce della Mckelle che sconfina in ululati, tuoni e sussurri.
DA NINA SIMONE AL NUOVO ALBUM – Molta è la fiducia che la giovane cantante si
è guadagnata dal pubblico spesso un po’ snob del jazz, grazie alla gavetta che ricorda le grandi si sempre e i maestri della generazione passata, dove Nina Simone lasciava cuori infranti e sospiri rotti. Sulle orme della grande signora Simone, Robin si destreggia con liriche dolorose e richiami alla speranza degli anni’ 50 dove “Si chiedeva a qualcuno di essere felice..”, il tutto riportato a noi grazie al talento di questa giovane donna che non nega di accovacciarsi chiamando l’amore di sempre e di tornare per un bis accompagnata solo dal piano e introducendo un privato racconto d’amore.
L’INTRAMONTABILE SANGUE DEL JAZZ – Talento e passione animano la nuvola rossa
di capelli di Robin che scherza col pubblico invitandolo a salire sul palco e giocando con tecniche di seduzione vintage e risate fragorose, salvo poi calarsi in mesti corridoi composti dai veterani del blues e dominati da un’interpretazione che la conferma stella emergente dell’intramontabile jazz.
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