Lo storico manager e imprenditore musicale, fondatore di importanti club come il Rolling Stone e l’Alcatraz di Milano, Enrico Rovelli presenta “Mille Volti”, dipinti, sculture, bassorilievi, la sua prima mostra personale di opere inedite, dal 13 al 27 gennaio 2023, alla Galleria d’Arte Cael di via Carlo Tenca, con inaugurazione il 13 gennaio, alle 19,00, con la presenza dell’artista e ingresso libero.
Rovelli, 78 anni, storico manager e imprenditore musicale, fondatore di importanti club e figura chiave dell’iniziale percorso artistico di grandi cantautori come Vasco Rossi e Pino Daniele, esordisce come artista con la sua prima mostra personale, “MILLE VOLTI”; dal 13 al 27 gennaio, infatti, alla GALLERIA D’ARTE CAEL di Milano (via Carlo Tenca, 11) saranno esposti circa 20 tra dipinti, sculture e bassorilievi realizzati a partire dal 2011.
Enrico Rovelli, icona della musica live in Italia, con questa mostra a Milano condivide le sue opere per la prima volta, nonostante negli anni si sia sempre occupato non solo della parte manageriale ma anche della parte grafica e delle scenografie dei numerosissimi concerti che ha prodotto, facendo sempre intravvedere la sua passione per l’arte.
È stato lo storico promoter di Vasco Rossi, per il quale ha curato oltre 500 concerti, compreso il primo live allo stadio di San Siro (1990). Con le sue società si è occupato anche di Pino Daniele, Patty Pravo, Antonello Venditti, Adriano Celentano, Renato Zero, Claudio Baglioni, Marco Masini, Fabio Concato, Fabrizio Moro, Anna Oxa e tanti altri.
È noto in quanto fondatore di Radio Music 100, poi diventata Radio DeeJay, fondatore e gestore di locali quali La Carta Vetrata di Bollate (dove suonarono e si formarono molti gruppi tra i quali spicca la PFM) e, a Milano, di Rolling Stone, City Square (diventato poi Propaganda) e Alcatraz (affermatisi velocemente come punti di riferimento della vita notturna milanese), nonché organizzatore in Italia di numerosissimi concerti di artisti internazionali del calibro di Bruce Springsteen, Bob Dylan, Queen, The Police, The Clash, U2, Frank Zappa, David Bowie e tantissimi altri.
La passione per l’arte accompagna Enrico Rovelli sin da bambino. Si diploma ai corsi serali della Scuola Superiore d’Arte al Castello Sforzesco di Milano mentre durante il giorno frequenta la Scenografia Sormani.
Presso il laboratorio dell’architetto Scarpini conosce il pittore Milani che gli insegna a lavorare l’oro zecchino e argento in foglia oro su vetro che rimarranno una costante della sua produzione. Nel tempo Rovelli abbandona il vetro e comincia a lavorare su diversi tipi di supporti, in particolare su grandi tele che costruisce personalmente.
Colpito dall’opera dell’artista Alberto Burri inizia a sentire la necessità di creare quadri in cui risulta evidente la volontà di mostrare la funzione espressiva della materia utilizzando acrilico, olio e nitro con tela iuta e fil di ferro.
Da qui in avanti la sua propensione alla sperimentazione diventa un punto saldo della sua produzione in cui scale di grigi, bianco, nero e, talvolta, il rosso con gli immancabili oro e argento creano suggestive tele astratte composte da strisce, linee e superfici di colore che diventano rilievi.
Questa attività viene interrotta quando l’impegno in campo musicale diventa a tutti gli effetti la sua occupazione principale anche se continua a curare personalmente le grafiche dei manifesti e alcune scenografie dei concerti di cui si occupa.
Dal 2011 Rovelli sente di nuovo il bisogno di trasmettere il suo sentire attraverso la pittura. I primi due quadri che dipinge sono dedicati al figlio scomparso qualche tempo prima. Lo studio e l’utilizzo scrupoloso di materiali vecchi e nuovi testimoniano che Rovelli continua la sua ricerca di una dimensione concreta, corporea e tangibile dell’opera attraverso un lungo processo di creazione.
All’acrilico, all’olio e al nitro si aggiunge anche l’utilizzo massiccio delle resine e vernici Awl Grip. Nei quadri, spesso di grandi dimensioni, troviamo anche legni, cortecce, tele di sacco, carte incollate e stratificate, spessori: linee e aree di colore, colate di resine e sottili tracciati grafici simili ad elettrocardiogrammi (che per Enrico sono un omaggio al padre la cui calligrafia era simile a questa sorta di grafismo) sono un tratto distintivo della produzione di questi anni.
Puoi leggere anche I Sette Palazzi Celesti di Anselm Kiefer