La chiusura dell’ultimo Festival di Cannes è stata affidata a Mademoiselle Coco Chanel, o meglio alla sua memoria, attraverso il film Coco & Igor, interpretato da Anna Mouglalis, già musa di Karl Lagerfeld, il designer che guida proprio la maison Chanel. La critica ha cassato la pellicola, riservando miglior sorte ad un altra biopic di Mademoiselle: Coco avant Chanel, dal 29 maggio nei cinema italiani. Protagonista è Audrey Tautou, a cui per sempre -è inutile negarlo- resterà incollato il personaggio di Amélie Poulin (Il favoloso mondo di Amélie, n.d.r.). Le frasi che ricorrono più spesso nel film: “Sei vestita come un ragazzino” (commento degli uomini davanti alle mise della futura coutourière) e “Voglio lavorare” (parole di Chanel).
A dispetto degli scettici, Tautou supera l’esame, regalando al pubblico l’incarnazione di una Gabrielle Chanel venticinquenne, con una gran voglia di rivalsa su un destino da orfanella. Sarta di giorno, cantante di sera, Coco-Tautou ha il volto tirato, le occhiaie in vista, lo sguardo disilluso e l’ironia tagliente. Incontrerà il ricco Balsan, si farà ospitare (sfacciatamente) nella sua tenuta e ne sarà l’amante. Piccola Calimero in un mondo di donne barocche, alla ricerca dell’indipendenza dai bustini e dagli uomini. Un po’ per caso inizia a confezionare cappelli per le dame di passaggio nella villa di Balsan: ma sarà l’incontro con un altro uomo -e con l’amore- a portarla ad aprire bottega a Parigi. Si tratta dell’inglese Boy Capel e la loro storia non avrà un lieto fine. Le ultime scene sono quelle di una sfilata parigina: Chanel osserva gli abiti pronti a salire in passerella, poi si siede e osserva a distanza il defilé, con l’immancabile sigaretta tra la labbra e il volto segnato da una vita che ha sempe presentato il conto dei successi. Arrivano gli applausi del pubblico, e le labbra di Mademoiselle si schiudono in un sorriso. Dirige Anne Fontaine, aiutata da un cast tecnico d’eccezione, per un film il cui rischio era scadere nell’agiografia di un personaggio e della Moda. La regista ha, invece, saggiamente scelto di concentrarsi sulla vicenda umana di una donna forte, negli anni in cui ancora non sapeva cosa avrebbe fatto della sua vita.