Sul web se ne parla già dal lontano 2008, ma per vederlo nelle sale dovrete aspettare fino a luglio. Si tratta di Bitch Slap, l'omaggio di Rick Jacobson ai B-movie e all'exploitation, il genere trash che vanta fan illustri tra cui Quentin Tarantino. Un film senza mezze misure, una parodia affettuosa e scanzonata dei cult che spopolavano tra gli anni '50 e '70, come Dragstrip girls, Kung fu Nun e Faster Pussycat Kill, Kill.
TRE PUPE E UN TESORO – Un remoto angolo di deserto si anima con l'arrivo di tre bellone alla ricerca di un misterioso bottino. Dopo aver sequestrato e ucciso un boss della malavita locale, il trio si accinge a dissotterrare il suo favoloso tesoro, fatto di diamanti e armi supertecnologiche. Ma Trixie (Julia Voth), spogliarellista dagli occhi di cerbiatto, Camero (America Olivo), killer formosa e spietata, ed Hel (Erin Cummings), ambigua ed elegante leader del gruppetto, non sono quello che appaiono. I segreti retroscena delle ragazze prendono corpo in un crescendo di azione e violenza, tra tradimenti, sesso, pestaggi e rivelazioni. La situazione sfugge completamente al loro controllo: entrano in scena altri spietati criminali, ansiosi di accaparrarsi le ricchezze del boss. E mentre i flashback rivelano a poco a poco l'identità delle protagoniste e i veri motivi della loro missione, incombe sempre più minacciosa la figura di Pinkie, cattivo senza volto cui appartiene il bottino nascosto.
UNA PARODIA A METÀ – Pur tenendo conto dell'intento dissacrante della pellicola, l'effetto complessivo è sovraccarico: il susseguirsi dei colpi di scena risulta eccessivo e improbabile; a dominare sono scene concitate e sfacciatamente splatter, che lasciano poco spazio ai dialoghi e appiattiscono i rari momenti di humour. Il senso di suspense, amplificato dai ricorrenti flashback, è dato forse più dall'escalation di brutalità gratuita (fisica e verbale) che dall'intrigo, troppo inverosimile per coinvolgere veramente lo spettatore. Al cinema dal 22 luglio (due anni dopo l'uscita americana).