Sono a Dallas, nel cuore del Texas. Cowboys non se ne vedono quasi più: ci sono soltanto grattacieli. Per vedere i ranch bisogna spostarsi fuori dal downtown. Eppure molti ricordano questa città perché ha aperto una ferita nella storia americana: mi riferisco a quel 22 novembre 1963 che vide la tragica fine del presidente J.F. Kennedy. Per un viaggiatore come me, munito sempre della sua guida turistica EDT/Lonely Planet, è quasi doverosa una tappa al 6th Floor Museum, che fa rivivere in maniera introspettiva quel giorno che ha cambiato il corso della storia di questo paese.
Tuttavia, molte persone che arrivano a Dallas si recano all’Ufficio del Turismo e chiedono puntualmente: “Potreste indicarmi il luogo preciso dove è stato ucciso J.R. Ewing?”. Questa domanda potrebbe sconcertare molti in quanto la morte di un personaggio di una fiction televisiva può seppellire il ricordo della tragica fine di un personaggio reale. A chi di voi non è capitato almeno una volta nella vita di vedere una puntata del celebre serial Dallas?
Il famoso telefilm, ideato da David Jacobs e trasmesso negli USA dalla CBS ininterrottamente dal 2 aprile 1978 al 3 maggio 1991, si è aggiudicato il primato dei dieci programmi più visti della storia della televisione. Il boom economico del petrolio, vissuto dal Texas alla fine degli anni settanta, è stato raccontato attraverso la saga della famiglia Ewing. Le vicissitudini di J.R. (italianizzato in Gei Ar) si prolifera nella sete di potere e nel rampantismo dell’american way of life di quegli anni.
Dopo aver percorso più di trenta chilometri dal downtown, arrivo finalmente al South Fork Ranch, la location dove è stato girato il telefilm: all’ingresso ci sono una serie di filmati, memorabilia, stralci di sceneggiatura e vecchie foto che evocano la saga del piccolo schermo più famosa d’America. “La storia di questo luogo – ci spiega la guida – inizia nel 1978 quando la Lorimar Production ha scelto questo ranch del Texas del nord per ambientare il serial Dallas. Quando sono iniziate le riprese i proprietari della tenuta vivevano ancora qui”.
Venti anni fa la tenuta, dal 1992 di proprietà di un businessman dell’Arizona, è stata aperta per la prima volta al pubblico, che ogni anno accorre in pellegrinaggio per vedere quei posti che sono entrati nell’immaginario collettivo. Fa uno strano effetto rotolare la mano nella piscina dove faceva il bagno J.R. o sedersi in giardino a sorseggiare una bibita dove conversavano Bobby e Pamela. “Poiché i turisti – continua la guida – non volevano accettare che gli interni fossero stati girati negli studi hollywoodiani, sono state riprodotte le atmosfere degli ambienti originali. La cucina della signora Ellis è l’unica riprodotta fedelmente”.
Insomma tra un giro e l’altro, arriva il tramonto che segna la conclusione di questa mia visita al di là dello schermo. Lascio il Southfork Ranch in compagnia di due signore texane di mezza età che mi riaccompagnano al mio Motel. All’orizzonte si intravede un bagliore che mi riporta a venticinque anni prima, allorché guardavo quel telefilm in compagnia di mia nonna Lucia. Le avevo promesso che un giorno saremmo andati assieme in questi posti. Non è accaduto. E questa tappa l’ho fatta anche in sua memoria.
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