27th

Maggio

Il Rattazzo chiude per Covid, addio a chi ha fatto la storia dei bar di Milano

Il celebre Rattazzo ha chiuso per sempre. Dopo il lockdown le finanze del locale sono crollate. Finisce l’era di un luogo simbolo di Milano, che a dicembre aveva perso il suo fondatore

Questa volta è ufficiale: il Bar Rattazzo, dopo avere abbassato la serranda a inizio lockdown, ha deciso ora di non rialzarla più. Lo storico locale milanese non ha retto l’urto del Covid 19, e deciso di abbassare definitivamente la saracinesca.

Pesano lockdown e nuove regole anti Covid. Nel 2021 il bar avrebbe festeggiato cinquant’anni di attività

Inoltre, come si legge nel post pubblicato ieri sera sulla sua pagina Facebook, le disposizioni alle quali gli esercenti devono attenersi per garantire la sicurezza di tutti all’interno dei propri locali, rappresentano un ulteriore elemento penalizzante. In particolare, l’obbligo di accogliere un limitato numero di avventori, in ottemperanza al mantenimento della regola sul distanziamento sociale, inevitabilmente ridurrà i guadagni per questa attività che, nel 2021, si sarebbe accinta a festeggiare sessant’anni di vita. Il locale, infatti, è nato nel 1961 nel cuore pulsante del quartiere Ticinese (prima in Porta Ticinese 83, traslocando poi, nel 2006, nella vicina Via Vetere, 12). Lì è sempre rimasto, diventando nel corso dei decenni un simbolo della nightlife meneghina, pur mantenendo il suo essere ‘low profile’ che gli ha permesso di non piegarsi mai alle regole del nuovo mercato ingordo di locali alla moda e dal layout moderno a tutti i costi. L’autenticità è stato sempre il tratto distintivo di questo bar. Se a tarda notte si desiderava un ultimo drink e si avevano pochi spiccioli in tasca, il Rattazzo era la soluzione ideale con i suoi prezzi democratici.

Lo scorso 23 dicembre era morto lo storico Pietro Rattazzo, il ‘Santo Patrono della gioventù’

La chiusura del Rattazzo è quindi l’ultimo capitolo di una storia molto amata dai milanesi, così come da molti turisti di passaggio in città. Il definitivo punto finale segue di pochi mesi la triste scomparsa del suo fondatore Pietro Rattazzo avvenuta alla vigilia dello scorso Natale. Un personaggio carismatico, loquace al punto giusto, schivo e affettuoso verso i suoi clienti, ma soprattutto immagine e somiglianza del suo locale: genuino e sincero. Tutti lo conoscevano e non faticavano troppo ad apprezzarlo. La Bbc inglese, nel 2016, ebbe modo di intervistarlo e, ascoltandolo parlare, decise di nominarlo ‘Santo Patrono della gioventù’. Perché Pietro ne ha viste passare di generazioni sotto i suoi occhi. Una clientela disparata e disperata, arricchita e squattrinata. Pericolosi delinquenti, avvocati in doppiopetto, ciarlatani alla sbaraglio, starlette della tv, sportivi famosi e non, ragionieri in maniche corte. E poi tanti politici, soprattutto durante gli Anni di piombo e successivamente ai tempi della Milano da Bere. Comunque sia, il Rattazzo era aperto a tutti, senza alcuna distinzione.

Ora non il bar non c’è più. Il Covid ha deciso così. Ma il suo ricordo, quello proprio no, nessun virus potrà mai intaccarlo. Rattazzo è e sarà sempre parte indelebile di Milano: il Rattazzo è morto, viva il Rattazzo.

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