“L’emergenza sanitaria ci ha piegato“. Così lo storico Circolo Ohibò di via Benaco è costretto a chiudere i battenti a causa delle conseguenze del lockdown, dopo otto anni di eventi e musica dal vivo. La notizia sulle pagine social
Uno dei circoli più attivi e più interessanti a Milano, per quanto riguarda, in particolare, la programmazione musicale, ora costretto a chiudere. I motivi si ritrovano nelle conseguenze del lockdown dovute alla pandemia. Sono gli stessi organizzatori del Circolo Ohibò a darne notizia attraverso i canali social.
“Cari amici di Ohibò,
non avremmo mai voluto darvi questa notizia. E invece, con infinita tristezza, dobbiamo annunciarvi che il nostro amato circolo da oggi, 10 giugno 2020, è costretto a chiudere i battenti.
L’emergenza sanitaria che ha investito tutto il mondo ci ha piegato. Abbiamo provato in tutti i modi a resistere, ma per noi che siamo un’associazione non profit, nonostante il canone d’affitto agevolato per la pandemia, è stato impossibile sopravvivere senza entrate e rialzarci. Ci siamo così trovati costretti a interrompere il contratto di affitto con la proprietà di via Benaco 1.
Per questi otto, bellissimi e indimenticabili, anni passati insieme non possiamo dimenticare e ringraziare tutti i soci e gli allievi. I collaboratori, gli insegnanti, i volontari, le associazioni e le centinaia di artisti che si sono esibite sul nostro palco e che hanno contribuito a portare il nome Ohibò in Italia e, addirittura, nel mondo.
Ci piace pensare che il nostro circolo sia stato non solo un luogo di intrattenimento, ma anche un rifugio in cui sentirsi a casa, uno spazio capace di dispensare energie e messaggi positivi.
Un ringraziamento speciale va ovviamente a tutto lo staff di Costello’s, che negli ultimi quattro anni ha gestito la programmazione di Ohibò, portando quello slancio generazionale che ha dato al circolo una nuova identità.
Ohibò chiude, ma rimarrà per sempre aperto nei nostri cuori“.
La dichiarazione dell’assessore Filippo Del Corno
“La chiusura del Circolo Ohibò è una notizia dolorosa. Un luogo di cultura, di aggregazione, di proposta che non ha potuto reggere all’impatto dell’emergenza sanitaria e delle sue conseguenze. Il rischio di un impoverimento del tessuto culturale della nostra comunità cittadina, così come di quello di tutto il Paese, è un’emergenza cruciale, a cui la politica non può far mancare tutta la propria attenzione.
So bene che il nostro Piano Cultura del Fondo di Mutuo Soccorso non basta a risolvere questa emergenza, ma almeno rappresenta uno strumento, un tassello. Potrebbe essere adottato e replicato su altre scale e comporre un quadro complessivo di intervento. Quando chiude un luogo come l’Ohibò ci perde tutta la società, in termini di valore culturale, sociale, economico. E forse acquisire questa consapevolezza è oggi in Italia tanto necessario quanto capire come sia necessario evitare ogni forma di assembramento incauto e irresponsabile“.