Che superfood comprano gli italiani quando fanno la spesa? La mandorla è un must, ma bene anche zenzero e avena. Outsider: curcuma e avocado
Se fosse in carne e ossa, il superfood avrebbe gli occhi a mandorla. Scusate l’ironia, ma è proprio la mandorla a confermasi come portabandiera di questa tipologia di cibo nota per le sue qualità funzionali e benefiche. Da qui l’uso della parola ‘super’, avvallata anche da nutrizionisti e dietologi.
Gli italiani ne vanno quindi ghiotti e ne hanno fatto un trend. La categoria del superfood è in ascesa un po’ per moda, un po’ perché attrae i consumatori per la sua funzione salutistica nell’era in cui alimentarsi correttamente è diventata una regola assoluta per molte persone.
Quindi da un po’ di stagioni il superfood trova sempre maggiore spazio nel carrello. Lo ribadisce l’annuale studio di settore condotto dall’Osservatorio Immaginario Nielsen Gs1 Italy (lo stesso che ha di recente presentato uno studio sull’appeal dei ‘claim’, leggi qui) e relativo alle vendite di superfood registrate nel 2018 in supermercati e ipermercati sparsi in tutta Italia (dell’andamento 2017 ne abbiamo parlato qui). Una rilevazione che si basa sul censimento fatto attraverso i codici a barre applicati sulle etichette di 64.800 referenze ‘healthy’ vendute sugli scaffali.
Boom dell’avocado oramai instradato a diventare un cibo di tendenza anche a scaffale
Come dicevamo all’inizio la mandorla vince su tutti. Questo particolare cibo, nei dodici mesi del 2018, ha realizzato una crescita delle vendite pari al 7,7%, proseguendo un percorso di crescita agevolato dal fatto di essere oramai usato in numerosi prodotti alimentari: dal latte al gelato fino a diverse tipologie di snack dolci.
La varietà è atout anche dell’avena, di cui in grande distribuzione se ne è venduta il 10,1% in più rispetto all’anno prima. Mantiene un forte appeal anche lo zenzero che ha messo a segno un incremento vendite sostanzioso (+37,4%), anche se inferiore a quello dell’avocado (+121%) che, però, ha una incidenza sulle vendite totali più bassa rispetto al ginger.
Della curcuma avrete sentito sicuramente parlare, anche perchè gli scaffali dei supermercati cominciano a esserne ampiamente provvisti. Tale visibilità ha permesso a questa spezia tipicamente asiatica e che si dice in possesso di proprietà anti infiammatorie, di registrare un significativo aumento delle vendite pari al 71,5%. Un successo dovuto in buona parte alla facoltà di sapere essere ‘multipresente’: c’è curcuma infatti in molti yogurt funzionali, in infusi e in referenze di tè, così come la si usa per insaporire primi e secondi piatti pronti e panetti croccanti.
Proseguendo l’analisi dei componenti della categoria, è emerso che agli italiani piace sempre molto la cannella che, in base ai dati raccolti tramite i codici a barre degli scontrini, è cresciuta dell’11,6% approfittando in pieno di una ricca offerta che contempla, per esempio, tè, spremute e infusi Uht. Tra i possibili outsider, l’Osservatorio Immaginario consiglia di tenere d’occhio i semi di zucca (+29,6%) e la quinoa (+6%).
Sempre gettonati cannella, semi di zucca e quinoa. In ribasso kamut e stevia
L’analisi ha anche preso in esame il mondo dei cereali. In questa categoria è cresciuto il farro (+2,3%) usato in prodotti come frollini, cereali per la prima colazione e crackers. Si è, invece, raffreddato l’entusiasmo nei confronti dei prodotti alimentari a base di kamut che, rispetto al 2017, ha subito una flessione delle vendite pari al 16,3%.
Fiato corto anche per la stevia (-3,2%) che dopo avere vestito i panni di alternativa ipocalorica dello zucchero tradizionale, ha rallentato la sua corsa anche a causa della volontà di molti italiani di eliminare dalla propria dieta qualsiasi ingrediente dolcificante. Compresi quelli che non hanno grossa incidenza sul peso forma.
Per scaricare l’intera classifica del superfood: osservatorioimmagino.it