La dieta mediterranea 4.0 modificata per i pazienti oncologici con tumore neuroendocrino: la prima piramide alimentare per vivere meglio e che fa bene (a tutti, non solo a chi è in cura)
“Vogliamo dare una risposta ai pazienti che sono in trattamento medico. Mi chiedono Cosa possono mangiare e ho capito che la loro era una richiesta da soddisfare ora ma anche durante la terapia. La mia prima preoccupazione è stata quella di indicare loro cibo sano“. Così il dottor Salvatore Artale ci spiega la sua piramide alimentare, la prima piramide alimentare per pazienti con tumore neuroendocrino.
“Nel 20% dei pazienti con tumori neuroendocrini si manifesta una sindrome chiamata Sindrome da Carcinoide. Questa sindrome è caratterizzata prevalentemente da vampate, crampi addominali e diarrea. La diarrea è il sintomo più invalidante, causato dalla malattia stessa”.
Come far stare meglio i pazienti attraverso, anche, l’alimentazione? “Con la prevenzione – continua Artale – e cambiando le loro abitudini alimentari. I tumori neuroendocrini, in particolare quelli del piccolo intestino, sono in grado di dare molti episodi di diarrea al giorno, ma fortunatamente esistono terapie efficaci che controllano la sindrome e in particolare questo sintomo”.
Quale soluzione avete adottato dal punto di vista alimentare? “Abbiamo proposto un cambiamento nelle abitudini, riducendo o eliminando tutti quei cibi che possono provocare o peggiorare la diarrea. Per questo motivo abbiamo scritto delle raccomandazioni per i pazienti con tumori neuroendocrini che sono state recentemente pubblicate dalla rivista americana Nutrition and Cancer – An international journal“.
Un modo di vivere sano che si riflette nell’alimentazione: il senso della piramide
Frutta e verdura di stagione, legumi, cereali e farine integrali. Questo caratterizza la dieta mediterranea. In aggiunta esercizio quotidiano e mantenimento del peso ideale. È assolutamente vietato l’alcol. Non è ammesso nessuno strappo alla regola. Nella piramide alimentare che presenta il dottor Artale in realtà c’è molto di più di uno studio che nasce dalla dieta mediterranea 4.0 stravolta, o rivisitata, per far fronte alle esigenze dei pazienti. Nel caso nei pazienti con tumore neuroendocrino “Pensiamo che se al farmaco si affianca una alimentazione corretta e controllata allora il paziente potrà vivere meglio“.
C’è un modo per vivere sano che si riflette nell’alimentazione, però, che vale per tutti. Questo, ci racconta il medico, è anche il senso della piramide alimentare: poter vivere meglio. Uno stato di benessere collettivo facile da pensare se si fa riferimento agli elementi fondamentali della dieta mediterranea. È sostenibile perché a basso impatto ambientale e ricco in biodiversità. Ha un impatto economico importante poiché valorizza la ricchezza dei prodotti locali del nostro Paese. Previene le malattie metaboliche e oncologiche.
Infine, riguarda la cultura dei popoli. Su questo ultimo aspetto mai riflessione potrebbe essere più attuale. “È l’alimentazione che ha unito i popoli e l’unione passa anche, soprattutto dalla tavola che è sinonimo di convivialità – spiega Artale. E ancora: – Il concetto di unione è fondamentale per noi esseri umani, tutti, per i pazienti o per chi è in salute. Un valore necessario di cui troppo poco ci siamo resi conto. Se non, magari, in un momento storico come quello di oggi in cui una pandemia globale ha diviso il mondo. L’unione allora è un valore più che mai fondamentale, specialmente oggi che il mondo è diviso dal Covid“. Unione che, naturalmente, passa anche dalla tavola.
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Leggi QUI la nostra intervista al dottor Salvator Artale
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