Savona, città di fortezze e patria dello street food. Un weekend tra gli aromi dei suoi caruggi, panissa alla mano
Il mare da sempre premiato con la Bandiera Blu. Quattro chilometri di arenili. La Cappella Sistina – l’unica altra esistente oltre a quella di Città del Vaticano – e uno dei musei d’arte contemporanea tra i più importanti d’Europa, il MUSA, con opere, tra gli altri, di Picasso, Miro, Magritte, Fontana. È Savona, il capoluogo della Riviera Ligure, città ricca di profumi e di una bellezza popolare mai cambiata nel tempo. Quel tempo segnato dal grande orologio della Torre Leon Pancaldo che si riflette sul mare, simbolo della città, una fortezza medievale da tutti riconosciuta come Torretta.
Città di fortezze e di profumi
Si scriveva dei profumi. Impossibile non percepire quello del chinotto, un piccolo agrume verde dal fiore bianco, eccellenza gastronomica protetta e riconosciuta come Presidio Slow Food. I suoi frutti freschi hanno un gusto amaro ma canditi o sciroppati sono una bontà. Si trovano marmellate, mostarde, biscotti, liquori dall’aroma intenso e riconoscibile persino tra i caruggi, i vicoli stretti e tipici del centro storico. Aroma che si mescola con la fragranza della farinata, della panissa e di tutta la cucina popolare.
Profumi anche nella nuova Darsena, il quartiere più recente di Savona. Qui, tra i locali della vita notturna, c’è una banchina dove ormeggiano le barche dei pescatori che forniscono il pesce appena pescato ai ristoranti del porto antico. Un incrocio di scorci e piazzette pittoresche, una fotografia che rende unico nel suo genere il quarto scalo crocieristico in Italia.
Dalla Torretta alla Darsena fino alla Fortezza del Priamar, continuando a costeggiare il mare. Imponente e cinquecentesca, è proprio la fortezza il posto in cui recarsi all’imbrunire per ammirare, dal bastione, un tramonto sul mare di quelli che non si dimenticano. Tra il profumo, ovviamente, del chinotto e l’acquolina in bocca tipica dell’ora dell’aperitivo: è il momento di perdersi tra i caruggi e di cedere alle mille tentazioni. Quasi tutte impanate e fritte.
Street food ligurian style
Se passate da Savona e non vi fermate al centro di via Pia, storica traversa della principale via Paleocapa, beh, che Dio vi perdoni. Vino e Farinata, una storica osteria “old school” – sempre piena e senza la possibilità di prenotazione – è l’unico place to be al mondo.
Nel menù, principalmente, le sole due cose che danno il nome alla locanda. Il vino della casa e la farinata, ottima anche da asporto, un impasto povero a base di farina di ceci (o di grano, questa versione è la vera chicca nata a Savona), acqua e olio, cotta in teglie di rame e nel forno a legna.
Vico Crema, poco distante, conduce alle mitiche sciamadde, le antiche friggitorie dai grandi banchi di marmo, con i forni a legna che realizzano le fiammate – sciamadde, appunto – per cucinare la panissa. Un finger food a cui è difficile resistere, a base di farina, acqua e sale, tagliato a rombi, da gustare al cartoccio o all’interno della fugassetta, un panino morbido da reggere con entrambe le mani.
Per la birra artigianale, il posto giusto è il Mercato Civico. Esattamente di fronte alla Fortezza del Priamar, poco dopo le Torri del Brandale, dove comincia il labirinto di caruggi del centro, l’ex mercato rionale di Savona oggi è il luogo più trendy da postare su Instagram, per far sapere di essere lì all’ora dell’happy hour.
Un’opera di riqualificazione ha dato al Mercato una nuova vita. Là dove c’era l’erba del sobborgo in cui recarsi per acquistare frutta, pesce e verdura, ora ci si incontra per bere un drink o un bicchiere di vino della cantina del bar. Poi la birra, le rostelle, le salsicce e tanta voglia di stare con gli amici.
L’ora del flash-mob
Un giro al porto, una visita alla Darsena, una foto dal Priamar e la merenda nei vicoli del centro storico. Si sono fatte le 18.00 in punto ed è l’ora di raggiungere la centralissima piazza Mameli, alla fine di via Paleocapa. È qui che ogni giorno, con puntualità estrema, dalla fine degli anni Venti vengono suonati 21 rintocchi di campana, uno per ogni lettera dell’alfabeto.
È la cerimonia del monumento ai caduti Rintocchi e Memorie e i passanti, a piedi o alla guida poco importa, sono obbligati a restare immobili fino alla fine del ventunesimo tocco, per ricordare le vittime delle guerre. Un vero e proprio flash-mob in cui Savona si riempie di un silenzio assordante. Gli autobus si fermano, i clacson non suonano più, le biciclette smettono di pedalare, a guardare bene sembra che anche i piccioni, per qualche minuto, smettano di volare: un momento che ha qualcosa di affascinante, quasi commovente.
Savona come Città del Vaticano
Un’ultima curiosità: Savona è la Città dei Papi, così riconosciuta per l’enorme eredità artistica lasciata dai suoi due pontefici del Rinascimento, Sisto IV e Giulio II.
Un esempio su tutti? Il capoluogo ligure è l’unica città al mondo a custodire gelosa una seconda Cappella Sistina. Non distante dal Duomo, il capolavoro architettonico è stato preteso da Papa Sisto IV per ospitare proprio a Savona le tombe dei suoi genitori. Oggi è uno dei monumenti più prestigiosi della città, che la rende unica al mondo. Un po’ Savona caput mundi.
Per maggiori informazioni: lamialiguria.it