Bologna, la dotta e la grassa: una meta perfetta per un weekend. Tra mercati, sfogline e una cucina da mettere agli atti
Nel centro di Bologna non si perde neanche un bambino cantava Lucio Dalla, che Bologna l’ha conosciuta bene. La casa-museo dell’artista è proprio a due passi dalla sua Piazza Grande. Le note delle sue canzoni si sentono ancora tra le stradine del centro storico, piene di archi e di botteghe.
L’appartamento di Dalla si trova anche vicino al noto Mercato di Mezzo, il più antico della città, dove gustare carni, salumi, formaggi e, naturalmente, la pasta. Dai tortellini alle chicche di patate fatte a mano, che solo a scriverne viene l’acquolina. Figuriamoci a essere lì, magari all’ora di pranzo.
Bologna è tutto questo: musica, buon cibo (non a caso è detta “la grassa“), ma anche storia e cultura di una città che, se vista dall’alto, regala un panorama monocromatico perfetto al tramonto. È “la rossa” per il colore dei tetti ma rossa è anche la sua bellezza che, nel Medioevo, custodiva un centinaio di torri. Tra quelle rimaste, due ne sono diventate il simbolo: la Torre degli Asinelli (quasi 500 scalini da salire, ma ne vale la pena) e Torre Garisenda. È anche “la dotta“: è qui che nasce l’università più antica del mondo occidentale.
A poco più di due ore da Milano, il capoluogo emiliano-romagnolo è la meta ideale per un weekend con gli amici, o con la dolce metà. Bologna è divertente e romantica. Ed è tutta scoprire.
Le sfogline di Bologna
Non si può andare a Bologna e non fare un giro tra le botteghe del Mercato delle Erbe, il mercato storico coperto di via Bassi. Tortellini, lasagne al ragù o di verdure, strozzapreti, pasta all’uovo con ripieno di carne di suino, grana e mortadella. Una festa per il palato che culmina in via Belvedere, alla fine del mercato, dove, ancora oggi, si può ammirare il lavoro delle sfogline (le donne che fanno la pasta con le loro mani).
Tirano la sfoglia (da qui il loro nome) solo con l’aiuto del matterello, con farina, acqua, sale e uova. Lo fanno nei loro pastifici oppure all’interno dei tanti ristoranti. Sembra di stare a casa della nonna, o di essere finiti in un grande presepio dove non si riesce a staccare gli occhi dalle signore che fanno uno dei lavori più antichi e più affascinanti della zona. Non resta che comprare la pasta e correre a casa per il pranzo della domenica.
Sotto le stelle in piazza Grande (e dintorni): i luoghi da non perdere
Piazza Grande per Lucio Dalla oppure la piazza, semplicemente, per i bolognesi: Piazza Maggiore è il centro della città, da cui parte il quadrilatero che divide le vie del centro. Al suo ingresso, sotto il voltone del Podestà, tra l’omonimo palazzo e Palazzo Re Enzo, c’è un divertente telefono senza fili: si sussurra qualcosa contro uno dei quattro angoli della volta e chi si trova nell’angolo opposto è in grado di sentire perfettamente qualunque segreto pronunciato.
Dopo una visita all’imponente Basilica di San Petronio, passando dalla fontana del Nettuno, la Bologna che non ti aspetti si trova sotto il porticato di via Piella: qui c’è la Finestrella sul Canale delle Moline. Un oblò sul muro che si affaccia su un angolo da immortalare. Ci si sporge su un canale d’acqua e si ammira uno scorcio suggestivo di una piccola Venezia, tra balconi fioriti e panni stesi.
Il Pratello, invece, è la zona del centro storico della Bologna by night. Un rione vivace e bohémien, centro nevralgico della vita notturna, alternativo, universitario, hipster, perfetto per una passeggiata la sera con gli amici, per chiacchierare sotto i portici, per fare tardi, per una volta.
Dal Pratello all’antico ghetto ebraico, altro must visit: un mosaico di viuzze e paesaggi sospesi, non distante da Piazza Grande, tutto ponti e finestrelle e palazzi di ricchi mercanti. Un quartiere ovattato, pieno di caratteristiche botteghe artigiane. Attraversando Corte Isolani, invece, da Strada Maggiore, si arriva al complesso più singolare della città. Un santuario cittadino domina l’elegante Piazza Santo Stefano con le sue sette chiese visitabili e dai caratteristici cortili. Sulla splendida piazza si affacciano i prospetti delle chiese del Crocifisso, del Calvario e dei Santi Vitale e Agricola. Il Cortile di Pilato e il chiostro benedettino sono due piccoli capolavori architettonici, parte di questo santuario, da visitare a tutti i costi.
La cucina bolognese, da mettere agli atti
Una curiosità. Forse non tutti sanno che esiste una serissima Dotta Confraternita del Tortellino. Negli anni Settanta, insieme all’Accademia Italiana della Cucina, ha decretato solennemente e depositato presso la Camera di Commercio a Palazzo della Mercanzia i verbali notarili da cui si ricavano le ricette del ragù, dei tortellini, delle tagliatelle, delle lasagne e di tutta la cucina bolognese. Ricette definite “uniche e originali”.
Non solo: agli atti, è stata depositata anche la misura corretta della larghezza della tagliatella: 8 millimetri, cotta e servita in tavola. Per la precisione, come recita il decreto notarile conservato a Palazzo della Mercanzia, la tagliatella deve essere: “lunga come la 12.270 parte dell’altezza della Torre degli Asinelli”, con tanto di campione aureo racchiuso in uno scrigno. Più serio di così.